
Il Giappone sta rafforzando i suoi rapporti con i Paesi del Sud Est Asiatico e dell’Indo-Pacifico con il chiaro obiettivo di contenere le manovre militari della Cina nei mari dell’Asia. Nei giorni scorsi le navi da guerra nipponiche hanno attraccato in Nuova Zelanda per una rara visita nel porto di Wellington. Due cacciatorpediniere con più di 500 membri dell'equipaggio a bordo sono arrivati in loco accompagnati dalla nave della marina neozelandese HMNZS Canterbury. Il JS Ise e il cacciatorpediniere JS Suzunami erano in un dispiegamento indo-pacifico e sono arrivati da Sydney, dove l'esercito giapponese ha recentemente preso parte ad esercitazioni militari insieme a Nuova Zelanda, Australia e altri Paesi.
Il Giappone muove le navi da guerra
Come ha spiegato l’Associated Press, la visita di Wellington da parte delle navi nipponiche è stata cerimoniale, ma è comunque arrivata in un momento in cui il Giappone, il cui unico alleato del trattato sono gli Stati Uniti, sta cercando di approfondire la cooperazione militare bilaterale con varie nazioni, nel bel mezzo delle crescenti tensioni regionali. "La nostra forza di difesa sta sviluppando un lavoro cooperativo, non solo con la Nuova Zelanda e l'Australia, ma anche con molti paesi delle isole del Pacifico", ha dichiarato l'inviato del Giappone a Wellington, Makoto Osawa. "Il nostro obiettivo principale è l'Indo-Pacifico libero e aperto", ha aggiunto l’alto funzionario nipponico.
Nel frattempo la società giapponese Mitsubishi Heavy Industries si è accaparrata un contratto per costruire navi da guerra australiane, battendo un'azienda tedesca. I funzionari di Canberra hanno riferito che la proposta nipponica era la migliore e più economica sul tavolo, e definito il patto il più importante accordo dell'industria della Difesa mai stretto tra i due Paesi. Tornando in Nuova Zelanda, i funzionari di Wellington hanno annunciato a luglio l’inizio dei lavori su un accordo logistico di difesa con il Giappone, destinato a rendere più facile per le forze armate delle due nazioni lavorare insieme.
La strategia di Tokyo
Le navi della marina giapponese non fanno spesso visite così a sud nell'Oceano Pacifico, ma le acque ricche e strategicamente importanti della Nuova Zelanda, dell'Australia e dei più piccoli paesi delle isole del Pacifico sono ormai sempre più contese dalle principali potenze mondiali, rendendole il luogo di una feroce battaglia per l'influenza tra Pechino e le nazioni filo occidentali. È cosi che Tokyo sta tessendo una tela diplomatica e militare per arginare Pechino nel proprio cortile di casa, giocando di sponda con gli Usa e altri partner locali.
Di pari passo, tra le priorità del Giappone vi sono nuovi satelliti per le comunicazioni, armi a corto raggio come i missili antinave Type 12 lanciati da terra e da mare, proiettili plananti iperveloci per la difesa delle isole e lo sviluppo di missili lanciati da sottomarini.
Nella lista della spesa di Tokyo troviamo il missile Joint Strike di Kongsberg per i caccia F-35Anipponici, i missili da crociera Tomahawk per armare i cacciatorpediniere e i missili Joint Air-to-Surface Stand-off Missiles a lungo raggio (JASSM-ER) per i caccia F-15. Spazio anche per i droni MQ-9BSeaGuardian e V-BAT, destinati a operare da navi da guerra giapponesi. Tutto pur di contrastare le ambizioni di Pechino.