Sciami di droni bomba: ecco la nuova arma per arginare la Cina

Il Giappone punta a rafforzare rapidamente le capacità militari sviluppando munizioni a basso costo e facilmente installabili su droni, per accelerare la messa in campo di sistemi d'attacco prodotti in serie

Sciami di droni bomba: ecco la nuova arma per arginare la Cina
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Usare munizioni per droni a basso costo e facili da installare per rafforzare le capacità militari e accelerare l'implementazione di sistemi di attacco prodotti in serie: è questa la nuova strategia alla quale sta lavorando il Giappone. Il Ministero della Difesa nipponico ha emesso una richiesta formale di informazioni in merito ai sistemi di munizioni e spolette di tipo esterno per veicoli aerei senza pilota (Uav). L'obiettivo? Raccogliere dati tecnici e prestazionali da aziende qualificate in grado di sviluppare o fornire munizioni trasportate da droni progettate per esplodere all'impatto con un bersaglio. L'iniziativa, descritta in dettaglio dalla Divisione di Pianificazione della Difesa, sembra mirare a identificare soluzioni prontamente implementabili in grado di migliorare l'impatto operativo dei droni senza richiedere lunghe riprogettazioni o tempi di integrazione.

Droni e bombe

Come ha spiegato Defence Blog, richiedendo informazioni ad aziende con esperienza nella produzione di munizioni, nelle tecnologie di detonazione guidata o nell'integrazione di carichi utili per droni, il Giappone si sta muovendo verso una rapida messa in campo di velivoli d'attacco senza pilota prodotti in serie. L'annuncio sottolinea l'interesse del Ministero per un'intera classe di sistemi di munizioni che possono essere fissati esternamente ai droni e progettati per innescare la detonazione tramite impatto cinetico.

Oltre all'efficacia operativa, anche l'efficienza economica è fondamentale per l'iniziativa, suggerendo una crescente enfasi sulle piattaforme d'arma attritive, sistemi che possono essere prodotti e impiegati su larga scala a costi contenuti. In una dichiarazione firmata dal Direttore della Pianificazione della Difesa, i funzionari hanno affermato che la richiesta è aperta alle aziende che soddisfano i criteri tecnici e di sicurezza e che dispongono delle autorizzazioni nazionali per la produzione, l'importazione o i diritti per la fornitura di tali apparecchiature. La suddetta richiesta include disposizioni per la gestione sicura delle informazioni e limita l'accesso alle aziende autorizzate dal Ministero.

La mossa del Giappone

Il prossimo 30 ottobre si terrà un briefing di settore presso la sede centrale del Ministero della Difesa a Tokyo. Le aziende dovranno presentare la propria intenzione di partecipare, insieme a dichiarazioni formali e accordi di sicurezza. Sebbene l'annuncio non segnali un'acquisizione immediata, riflette l'approccio sempre più pragmatico del Giappone all'innovazione nel campo della difesa. Piuttosto che attendere lunghi cicli di sviluppo o sistemi di fascia alta su misura, il Ministero sembra concentrato sulla rapida messa in campo di soluzioni pratiche per le munizioni, che possano essere impiegate in grandi quantità tramite droni.

L'attenzione rivolta ai carichi utili di tipo "ad attacco esterno" consente maggiore flessibilità e adattabilità a tutti i tipi di droni e a tutte le missioni. Riduce inoltre la dipendenza dagli sforzi di integrazione interna, che in genere richiedono lunghi tempi di test e certificazione.

In generale, con una spesa prevista di 8,8 trilioni di yen (circa 60 miliardi di dollari) per il prossimo anno fiscale, Tokyo punta a triplicare gli investimenti nei droni, considerati strumenti strategici in un contesto regionale sempre più instabile. L'iniziativa nipponica riflette inoltre la crescente percezione di minacce esterne e il rapido mutamento dello scenario di sicurezza nell'Asia-Pacifico.

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