Scattano le manovre militari Venom: così gli Usa rispondono alla "spada" cinese

L'attenzione principale delle manovre sarà rivolta alle esercitazioni con fuoco vivo lungo la costa settentrionale di Luzon, mentre altre attività saranno condotte su altre isole di Manila

Scattano le manovre militari Venom: così gli Usa rispondono alla "spada" cinese
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All'indomani delle manovre militari della Cina intorno a Taiwan, denominate Joint Sword 2024B, le acque del Mar Cinese Meridionale ospitano nuove esercitazioni. Sono infatti appena iniziati i dieci giorni di esercitazioni congiunte tra Usa e Filippine, già programmate da tempo ma in andate in scena, di fatto, dopo mesi di tensioni tra Pechino e Manila. Le operazioni annuali Kamandag (o Venom) sono focalizzate sulla difesa della costa settentrionale dell'isola di Luzon, a circa 800 chilometri da Taiwan.

Al via le esercitazioni Venom

Alle esercitazioni Venom partecipano circa duemila uomini di Usa e Filippine. Prendono parte alle manovre anche forze australiane, britanniche, giapponesi e sudcoreane. Per dieci giorni sarà simulata la difesa della costa settentrionale dell'isola di Luzon, la più grande dell'arcipelago filippino, sita a circa 800 chilometri da Taiwan. Tra le attività pianificate figurano anche uno sbarco anfibio e un addestramento su come difendersi dalla guerra chimica e biologica.

L'esercitazione in questione, come detto, è iniziata all'indomani della vasta manovra aeronavale che le forze armate cinesi hanno effettuato attorno a Taiwan, e segue anche mesi di costanti tensioni tra Cina e Filippine nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale, teatro di diversi incidenti che hanno visto coinvolte imbarcazioni dei due Paesi. Il comandante del Corpo dei marine delle Filippine, maggiore generale Arturo Rojas, ha sottolineato durante la cerimonia di apertura che l'esercitazione era pianificata da tempo, e "non ha nulla a che fare con quanto sta accadendo nella regione".

Le manovre militari degli Usa nel Mar Cinese Meridionale

L'attenzione principale delle manovre sarà rivolta alle esercitazioni con fuoco vivo lungo la costa settentrionale di Luzon, mentre altre attività saranno condotte su piccole isole filippine tra Luzon e Taiwan. "È una dottrina di difesa costiera. La dottrina afferma che un potenziale aggressore potrebbe dirigersi verso il nostro territorio", ha dichiarato il ​​direttore dell'esercitazione filippina, il generale di brigata Vicente Blanco. "Non ci alleniamo per unirci alla lotta (per Taiwan)", ha aggiunto.

Il rappresentante dei Marines statunitensi, il colonnello Stuart Glenn, ha affermato che le esercitazioni avevano lo scopo di aiutare gli Stati Uniti e i loro alleati a rispondere a "qualsiasi crisi o evenienza". La Marina degli Stati Uniti ha fatto sapere che team specializzati, tra cui unità di immersione e di bonifica di ordigni esplosivi, "condurranno esercitazioni ad alta intensità incentrate sulla guerra antisommergibile, sulla guerra antisuperficie, sulla guerra antiaerea e sulla consapevolezza del dominio marittimo". Questa manovra "riflette lo spirito della partnership decennale tra gli alleati nella regione" e non è rivolta ad alcun Paese, ha affermato la citata Marina degli Stati Uniti.

E Pechino come reagirà a questa mossa? Al momento tutto tace sul fronte militare. Nelle ultime ore il leader cinese Xi Jinping, in occasione dell'annuale cena di gala del National Committee on U.S.

-China Relations, ha però spiegato che la Cina "è pronta a lavorare con gli Stati Uniti da partner e amici" perché una partnership di successo tra i due Paesi è "un'opportunità" reciproca per favorire lo sviluppo.

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