
Un vallo per difendersi da un'invasione che prevede l'impiego di carri armati e mezzi corazzati. Sembra anacronistico, eppure la Lituania, Stato baltico che confina con l'exclave russa di Kaliningrad, sta piazzando "denti di drago" e altri tipi di ostacoli anticarro per proteggere i suoi confini orientali e meridionali. Il timore è sempre lo stesso: Mosca e quei remoti scenari che contemplano ulteriori mire espansionistiche in Europa.
Il governo di Vilnius ha avviato una vasta opera di rafforzamento dei confini con la Bielorussia e con la oblast' di Kaliningrad, territorio della Federazione Russa, assegnando alle Forze armate e alla Guardia di frontiera lituana il compito di istallare ostacoli anticarro e muri di filo spinato per sbarrare la strada a una eventuale invasione terrestre. Lo stesso ministero della Difesa lituano ha dichiarato che l'installazione di questi pesanti blocchi di cemento, chiamati in gergo "denti di drago", è una "misura difensiva per scoraggiare una potenziale aggressione russa".
I "denti di drago" sono un tipo di ostacolo ampiamente usato durante il secondo conflitto mondiale, basati su pali di legno fissati nel terreno e poi ricoperti di plinti di calcestruzzo e disposti in file. A causa della loro forma acuminata, e dalla copertura di metallo che veniva inizialmente aggiunta, una volta schierati in larghe file essi apparivano come la lunga dentatura della bestia mitologica. Oggi il loro aspetto è diverso. Sono di cemento grezzo e vengono spostati e piazzati come i jersey, ma l'impiego di tali ostacoli anticarro rimane il medesimo: impedire l'avanzata di mezzi corazzati, sostituendo i più tradizionali fossati, e lasciando il passo alle persone. Piazzati in settori particolarmente delicati, i denti sbarrano di fatto la via ai tank che dovrebbero essere preceduti da squadre di genieri e guastatori inviati ad aprire dei varchi con potenti esplosivi. Uno scenario da invasione della Polonia. Essendo sotto data.
Secondo quanto riportato dalle fonti della Difesa lituana queste fortificazioni in cemento destinate a fermare i carri armati sono solo "l'ultimo passo" di una serie di misure di difesa adottate dal Paese baltico, tutte atte a scoraggiare una eventuale aggressione russa.
"Stiamo iniziando dal livello tattico – ostacoli specifici al confine – e in seguito combineremo l'intero piano ingegneristico in un unico sistema concettuale", ha dichiarato il comandante dell'Esercito lituano, Raimundas Vaiksnoras. Il ministero della Difesa ha contestualmente diffuso su X un messaggio dove dichiarava: "Si tratta di una misura precauzionale volta a garantire una difesa più efficace".
Come è noto i Paesi baltici, ossia la Lituania, la Lettonia e l'Estonia, in passato satelliti dell'Unione Sovietica, sono attualmente gli stati membri della Nato che temono maggiormente una possibile escalation con la Mosca, data la vicinanza all'exclave fortezza di
Kaliningrad, ai confini con la Russia e con la Bielorussia, fedele alleata di Putin. Per tale ragione hanno tutti aumentato sensibilmente il loro livello d'allerta in seguito alle scoppio della guerra in Ucraina.