Il Wave Glider, drone marino sviluppato da Liquid Robotics, società controllata da Boeing Defense, Space & Security, ha raggiunto un traguardo storico: oltre tre milioni di miglia nautiche percorse, equivalenti a 138 orbite terrestri, senza ricorrere ad alcuna fonte di carburante fossile. Alimentato esclusivamente da energia solare e dal moto ondoso, il veicolo rappresenta una delle più avanzate soluzioni di autonomia energetica in ambito marittimo, con applicazioni che spaziano dalla ricerca scientifica alla sicurezza strategica.
Liquid Robotics: l’azienda californiana al servizio della strategia Boeing
Fondata nel 2007 in California, Liquid Robotics ha introdotto sul mercato il primo veicolo di superficie capace di muoversi sfruttando l’energia delle onde. L’ingresso nel gruppo Boeing nel 2016 ha consolidato l’azienda come centro di sviluppo per sistemi autonomi a lungo raggio, integrandola nel comparto difesa e sicurezza marittima degli Stati Uniti.
Nel corso di oltre quindici anni di attività, i Wave Glider hanno completato missioni in tutti e cinque gli oceani, accumulando oltre 44.000 giorni in mare. Le piattaforme sono oggi utilizzate da enti governativi, agenzie di ricerca e forze armate per la raccolta di dati oceanografici, la sorveglianza di aree strategiche e il monitoraggio ambientale.
Cosa sappiamo della nuova generazione SV5
Dall’analisi emerge che l’ultima versione del drone, denominata Wave Glider SV5, rappresenta un’evoluzione significativa rispetto ai modelli precedenti. Con una lunghezza di oltre cinque metri e una capacità di carico triplicata, il sistema è in grado di supportare sensori avanzati per l’osservazione oceanografica, il rilevamento acustico e la comunicazione satellitare. L’ampliamento della superficie fotovoltaica consente una produzione energetica raddoppiata, garantendo continuità operativa anche in ambienti remoti o ad alta latitudine.
Il Wave Glider SV5 è progettato per operare per mesi in autonomia, mantenendo posizioni di sorveglianza o effettuando spostamenti programmati a velocità medie di 1-3 nodi. Le sue applicazioni comprendono la sorveglianza marittima, la ricerca ambientale, le operazioni antisommergibile e la raccolta di dati geofisici. La compatibilità con le versioni precedenti consente inoltre di integrare le flotte esistenti, ottimizzando costi e logistica della marina statunitense.
Boeing e la nuova frontiera geopolitica dell’oceano
L’espansione di Boeing nel dominio marittimo sembra inserirsi in una strategia di lungo periodo volta a integrare sistemi autonomi nei principali ambiti della sicurezza nazionale e dell’intelligence. In un scenario internazionale sempre più plasmato da competizione per il controllo delle rotte oceaniche e delle risorse sottomarine, questa unità si prefigge di offrire una presenza costante e a basso impatto ambientale in aree di interesse strategico.
Oltre all’impiego militare, la piattaforma viene utilizzata da agenzie americane come la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) e l’U.S. Geological Survey (USGS) per missioni di ricerca su microplastiche, correnti oceaniche e movimenti tettonici. Questa duplice funzione, civile e militare, riflette l’approccio di Boeing orientato alla tecnologia dual-use, in grado di coniugare sostenibilità ambientale e capacità operativa.
Con il completamento di 138 orbite terrestri senza carburante, il Wave Glider aspira ad essere come uno degli strumenti più avanzati per la gestione dei mari e delle informazioni oceaniche.
Boeing, grazie alla piattaforma, potrebbe consolidare la propria leadership nel settore dei sistemi autonomi, aprendo una nuova fase nella geopolitica dell’oceano, dove energia pulita, dati e controllo strategico convergono in una dimensione unica di potere tecnologico.