Caro direttore,
ieri pomeriggio, in attesa di andare a prelevare i miei due nipotini da scuola, stavo facendo un po di zapping televisivo nella speranza di trovare, tra soap, cartoni e tronisti, qualche trasmissione divulgativa. Sono capitata su Raidue dove, con un pizzico di sorpresa, lho vista come ospite dell«Italia allo Specchio». Le confesso che mi sono chiesta che cosa ci facesse lì. Anche perché, mi sbaglierò, a un certo punto della trasmissione lho vista piuttosto seccato. Mi perdoni il suggerimento ma, secondo me, è inopportuno che il direttore del «nostro» Giornale vada in contenitori televisivi come quello. Non se ne abbia a male e lo prenda come il consiglio di una persona che la stima da anni. Lei che ne pensa, caro direttore?
Maria Piroddi - via e-mail
Cara Maria, grazie, anzitutto, per le parole di stima che mi ha rivolto e che fanno sempre piacere. Quanto alla sua lettera, le dirò sinceramente che ho risposto allinvito di «Italia allo Specchio» per tre motivi. Il primo: sono convinto che il nostro giornale, nella nuova veste rinnovata e rinvigorita, debba farsi conoscere da un pubblico più ampio possibile, anche quello che guarda la televisione alle due del pomeriggio. Il secondo: conosco dai tempi di Mediaset la conduttrice Francesca Senette e lho sempre giudicata, al di là delle maldicenze e delle dicerie, una brava professionista e unottima persona. Il terzo: si discuteva di temi interessanti come quelli riguardanti leconomia e le famiglie italiane costrette a stringere la cinghia.
Detto questo, sono pentito. Nessuno dei tre motivi, mi pare, ex post, sufficiente per giustificare il disagio che ho avuto nel trovarmi in quel salotto. La trasmissione era una marmellata di pauperismo, una miscellanea di luoghi comuni cattocomunisti, il trionfo delle banalità da circolo Arci in cui veniva descritto un Paese in ginocchio, sul lastrico e senza nessuna speranza. In pratica, una sequela di insulsaggini rosybindiane interrotte solo dalle sciocchezze di un tale direttore di non so qual giornaletto scandalistico (anzi, lo so benissimo ma non lo cito per non fargli pubblicità) che si atteggiava a guru dei mercati, trinciando i giudizi sul mondo e invitando i risparmiatori ad andare a ritirare i soldi dalle banche per farle fallire. Un pericolo pubblico, in pratica, che parla senza saper quel che dice. E a cui affiderei un microfono in una televisione pubblica con la stessa serenità con la quale si affiderebbero missili nucleari ad Ahmadinejad. Il dubbio è: ma chi gli dà quello spazio? E perché?
Linsolita irruzione nel pomeriggio di Raidue, in effetti, ha avuto, per quel che mi riguarda, un unico vantaggio: mi ha permesso di aprire gli occhi su una realtà televisiva che spesso sfugge alla nostra attenzione di giornalisti ma che incide profondamente nel modo di pensare della gente più semplice.
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