Il direttore del San Babila «batte» il parroco

E alla fine Peppone la spuntò su don Camillo. Non ci sperava forse neppure lui, il direttore del Teatro San Babila Gennaro D’Avanzo, da oltre un anno sotto sfratto da monsignor Gandini, dell’adiacente parrocchia proprietaria della sala. La vicenda guareschiana era finita in tribunale con il pirotecnico teatrante deciso a far valere il suo diritto al rinnovo del contratto di locazione, e il parroco altrettanto deciso a buttarlo fuori a causa della «programmazione scadente» del teatro. E ieri è arrivata la sentenza che salva il posto a D’Avanzo, rinnovandogli il contratto d’affitto fino al 2020 e consentendogli di continuare i suoi spettacoli. Grazie al riconoscimento di «locazione di immobile» e non «contratto d’azienda», il San Babila ha potuto infatti beneficiare della legge salva-teatri che prolunga di nove anni il contratto in scadenza. Al settimo cielo ovviamente D’Avanzo, che parla di «importante risultato per la cultura e il teatro italiano», con uno speciale ringraziamento «all’avvocato Luigi Raucci per aver stabilito un precedente importante».

Cavallerescamente, il direttore campano preferisce non stravincere e porge una mano tesa all’acerrimo nemico, augurandosi «di ritornare a una fattiva collaborazione con la parrocchia». E don Gandini? Accetterà di scambiare il segno di pace, magari proprio sul palco del vittorioso Gennaro?

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