Economia

Divorzio tra Valtellinese e Julius Baer

Il gruppo italiano salirà al 100% della joint venture nel settore del private banking

Divorzio tra Valtellinese e Julius Baer

da Milano

È divorzio nel private banking tra il Gruppo Credito Valtellinese e il gruppo svizzero Julius Baer. La rottura dell'intesa è avvenuta «dopo le verifiche intercorse» - spiega la banca di Sondrio - per le quali le parti hanno «reciprocamente preso atto del venir meno dei presupposti per la prosecuzione del joint venture agreement sottoscritto nel febbraio 2003». I due gruppi hanno anche stipulato un accordo per il riacquisto del 51% della società co-partecipata da parte della banca italiana.
Nella sua nota, il Credito Valtellinese fornisce anche i dettagli dell’operazione. Secondo i nuovi accordi, sono previsti il passaggio del 51% di Julius Baer Creval Private Banking (Jbcpb) al gruppo Creval al prezzo di circa 9,5 milioni di euro e il trasferimento di una prima parte della quota (41%) per il prossimo ottobre mentre le azioni rimanenti passeranno di proprietà entro luglio 2006.
Anche il gruppo Julius Baer ha emanato un comunicato, nel quale dichiara che non abbandonerà, comunque, il settore del private banking in Italia. Al fine di svilupparne le potenzialità in modo più indipendente «è in corso di valutazione la possibilità di costituire una nuova struttura onshore». L’Italia è «uno dei nostri mercati più importanti al di fuori della Svizzera», ha affermato il Ceo e presidente dell'istituto bancario elvetico, Walter Knabenhans. Il presidente intende anche proseguire la cooperazione col Credito Valtellinese nei fondi di investimento, che si è sviluppata con successo per più di 10 anni.
La società svizzera ha inoltre reso noti i risultati del primo semestre 2005.

Nel corso dei primi sei mesi dell'anno ha registrato un utile netto di 130 milioni di franchi svizzeri, in aumento del 15% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, mentre i patrimoni affidati in gestione sono cresciuti di 16 miliardi di franchi svizzeri (+11%, raggiungendo quota 151 miliardi di franchi svizzeri.

Commenti