La donna che si prese il diritto di "contare"

Ci sono state epoche in cui, vale la pena parlarne l'8 marzo, farsi largo per una donna era tutt'altro che facile, altro che collettivi sul post patriarcato

La donna che si prese il diritto di "contare"

Ci sono state epoche in cui, vale la pena parlarne l'8 marzo, farsi largo per una donna era tutt'altro che facile, altro che collettivi sul post patriarcato. Ha lottato a lungo, Sophie Germain (1776-1831), perché fosse riconosciuto il suo enorme talento con i numeri. E a lungo per farsi ascoltare dagli altri scienziati ha dovuto fingersi un uomo, firmando i suoi studi M. Le Blanc. Breve ma dotto e preciso, il saggio di Cecilia Rossi, Sophie Germain. Libertà, uguaglianza e matematica (L'asino d'oro, pagg. 140, euro 15), attraversa tutta la vicenda di questa donna eccezionale.

Eccola riassunta per sommi capi. La matematica entrò nella vita di questa giovanissima borghese parigina come... la Rivoluzione, quella con la «r» maiuscola. A far scattare la passione fu il fatto che nel 1789 questa ragazzina, alla quale era stata data soltanto un'istruzione elementare, non potesse più uscire per le vie di Parigi, dove correva la rabbia dei sanculotti. Così Sophie, tutta da sola, nella biblioteca paterna mise le mani su un libro magico. Histoire des Mathématiques, di Jean-Étienne Montucla, divenne rapidamente la sua bibbia dei numeri, fu una folgorazione. Elementi di geometria, teoremi, assiomi vennero affrontati in solitudine e senza preparazione. Senza l'aiuto di nessuno, anzi i genitori, preoccupati, arrivarono a negarle l'accesso alla biblioteca, a vietarle lo studio notturno. Eppure non ci fu modo di fermare Sophie che approfittò dei contatti del padre, rappresentante del Terzo stato, per entrare in contatto con il matematico Jacques Antoine Joseph Cousin. Iniziò anche a scrivere al matematico e astronomo italo francese Joseph-Louis Lagrange, firmandosi con un nome da uomo per essere presa sul serio. Mentì sul suo sesso via lettera anche a Gauss. Alla fine, quando confessò la verità il grande matematico tedesco ne apprezzò comunque il lavoro e pose le basi perché le fosse conferita la laurea honoris causa.

Riuscì poi a ottenere una menzione d'onore e un premio dall'Institut de France per i suoi studi sulle superfici vibranti.

Terminava così il grande tabù delle donne escluse dallo studio delle scienze? Assolutamente no, il primo liceo femminile in Francia venne aperto solo nel 1882.

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