Donna morta nel rogo. I vicini sconvolti: "Lascia un bambino"

Sueli, 48 anni, aveva un figlio di 10 che si è salvato. "Aveva litigato con il partner"

Donna morta nel rogo. I vicini sconvolti: "Lascia un bambino"
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«Adesso chi avrà il coraggio di dire a quel bambino che la sua mamma non c'è più?». Ha lunghi capelli neri e pesanti occhiali da sole la donna in lacrime che ieri pomeriggio si agitava in preda alla disperazione sul marciapiede di viale Abruzzi 64, davanti al palazzo dove, al quarto piano, abitava l'amica connazionale, la 48enne di origine brasiliana Sueli Leal Barbosa. La notte prima, poco dopo la mezzanotte, davanti allo sguardo sconvolto dei vicini di casa, Sueli si è gettata dalla finestra nel cortile interno dello stabile nel tentativo di sfuggire alle fiamme dopo che un terribile incendio era scoppiato all'interno del suo appartamento la cui porta d'ingresso è stata trovata chiusa dall'esterno. Trasportata in codice rosso e in condizioni disperate al Fatebenefratelli, la donna è morta qualche ora più tardi. Nel frattempo lo stabile è stato prima evacuato per ragioni di sicurezza e infine tre piani - il quarto, il quinto e il sesto (sono sette in tutto) - e 12 appartamenti sono stati dichiarati inagibili. In molti tra i residenti hanno passato la notte sul marciapiede e chi non ha potuto far ritorno a casa è stato alloggiato in hotel.

«L'appartamento - ha spiegato ieri sera al termine dei rilievi Michele Giacalone, caporeparto dei vigili del fuoco di Milano che stanno conducendo l'inchiesta sull'accaduto - è completamente distrutto dalle fiamme, c'è stato un incendio generalizzato, un flashover, ovvero un incendio che si è propagato improvvisamente e in modo molto rapido. La lettura dei segni non è semplice, ma la situazione è abbastanza chiara».

La vittima, che dopo una esperienza al «Gaetano Pini» lavorava poco lontano da casa, all'Istituto dei tumori di via Venezian come operatrice sanitaria, aveva un figlio di 10 anni nato da una unione poi conclusasi, un bambino che l'altra notte fortunatamente quando è scoppiato l'incendio stava passando la notte a casa del padre biologico. Sueli infatti era sola nella casa di viale Abruzzi 64 dopo l'ennesima lite scoppiata con l'attuale compagno, Michael, un connazionale 45enne che fa l'imbianchino e con il quale conviveva da circa tre anni. Una relazione burrascosa visto che già un mese fa nel loro appartamento avessero dovuto intervenire le forze dell'ordine per un pesante litigio, anche se non risulterebbero denunce per maltrattamenti a carico dell'uomo. Ora l'amica in lacrime racconta di «un compagno molto geloso» e, sembra, irritato, seppur «del tutto irragionevolmente quando Sueli usciva con noi amiche». «Era una brava donna, pensava solo al suo bambino e al bene della famiglia» spiega la brasiliana.

Anche i vicini hanno solo belle parole nei confronti di Sueli. «Sorridente, gentile, mi aveva aiutato a prenotare una visita all'Istituto dei Tumori» racconta il titolare di un bar. Un altro giovane immobiliarista sostiene che la 48enne desiderava vendere la propria abitazione per andare a vivere in un'altra più grande. «Mi aveva mostrato l'appartamento, era in ottime condizioni» si limita a precisare.

Sulla tragedia indagano gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dalla pm Maura Ripamonti che ieri sera ha interrogato il compagno di Sueli, portato in questura e rimasto lì tutto il giorno nel tentativo di spingerlo a ricostruire l'accaduto.

L'altra notte dopo il rogo, infatti, la polizia lo ha trovato in un bar poco distante da casa. L'uomo avrebbe raccontato di essere uscito ore prima e di non avere nulla a che fare con l'incendio e con la porta d'ingresso chiusa dall'esterno. Gli inquirenti, però, stentano a credergli.

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