Dopato anche il campione italiano dei dilettanti

La mamma degli imbecilli è sempre incinta e nel ciclismo non c’è il pericolo di natalità zero. Si allunga la lista dei ciclisti italiani coinvolti nell'uso di sostanze illecite. Non passa giorno che qualcuno non finisca dentro la rete dell’antidoping. Se da una parte la notizia è da accogliere con moderata soddisfazione, perché è la dimostrazione chiara e tangibile che almeno nel ciclismo i controlli funzionano, dall’altra non si può certo stare allegri perché a questa piaga sembra non esserci fine, alla faccia di chi si ostina a sostenere che è un problema marginale e che riguarda una piccolissima parte del gruppo. Gli stessi che per altro vedono medie più base e la fatica dipinta sui volti di corridori che poi regolarmente finiscono per farsi trovare con le mani nella marmellata. Chi sostiene queste cose, al pari dei corridori dopati, dimostra di non aver capito niente.
Paolo Bossoni e Giovanni Carini, campione italiano dei dilettanti categoria Elite, sono risultati entrambi positivi all'Epo ricombinato. Bossoni, parmense, 32 anni (6 vittorie in carriera), compagno di squadra di Damiano Cunego alla Lampre, nonché cugino di Nicola Berti, è stato immediatamente sospeso dalla sua squadra, che lo aveva iscritto alla Clasica di San Sebastian in programma domani. Il 32enne corridore di San Secondo Parmense è risultato positivo ad un controllo effettuato lo scorso 29 giugno, al termine della gara dei professionisti del campionato italiano (in cui era arrivato sesto).
A Carini, 25 anni ad ottobre, quattro vittorie in questa stagione, è stata invece fatale la prova Elite, da lui vinta a Boltiere (Bg) il 28 giugno.

Sarebbe dovuto passare professionista anche lui alla Lampre di Beppe Saronni. Per entrambi, si sospetta possa esserci dietro lo stesso preparatore, uno dei più chiacchierati dell’ambiente, gia coinvolto in questioni di doping.

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