Droga, il Comune controlla i tassisti

Un test antidroga per i tassisti. Un esame che divide il personale della auto bianche. Pochi favorevoli, secondo i quali è giusto garantire in ogni modo la sicurezza dei passeggeri. Molti, invece, i contrari. «Questa iniziativa - spiegano - lede la dignità dei lavoratori, e va contro la tutela della privacy».
Venerdì, il camper medico accompagnato da agenti della polizia locale si è presentato nel parcheggio di via Torricelli, dove tra tassisti si sono sottoposti al test. Tutti e tre sono risultati negativi. Stessa scena, più tardi, agli «arrivi» dell’aeroporto di Linate. E anche in questo caso non ci sono stati «positivi» a sostanze stupefacenti.
Si tratta di un test rapido. Un tampone ascellare che da una risposta nel giro di pochi minuti, e al quale - in caso di positività - deve seguire una «controanalisi» più approfondita, che esclude eventuali errori e - soprattutto - distingua lo stupefacente da altri medicinali che possono essere rilevati dall’esame. Ma se anche le controanalisi confermano gli esiti del primo test, scattano le sanzioni: ammenda e sospensione della patente.
Accade però che qualche tassista sia già finito davanti al giudice di Pace per contestare la legittimità del provvedimento. Il 20 ottobre, infatti, un autista è risultato positivo al tampone.

Si è rifiutato di sottoporsi al secondo esame, sostenendo di non aver mai assunto droghe, e che la positività era dovuta al fatto di aver preso delle medicine. Ma non è bastato. Il mese scorso, infatti, il prefetto gli ha sospeso la patente per un anno.

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