da LAquila
Soltanto la pioggia è riuscita a fermare e disorientare quelle centinaia di persone che ieri allAquila si sono date appuntamento per protestare contro il regime carcerario previsto dallarticolo 41 bis. Quello che ha potuto la pioggia non aveva potuto il diritto autorizzando invece il corteo dei giovani di Olga, Soccorso rosso e Carc che non hanno perso occasione per prendersela a gran voce contro i carabinieri morti a Nassirya (è riecheggiato il solito «10, 100, 1000 Nassirya» in sfregio ai martiri), le forze dellordine in generale («Più vedove, più orfani, più sbirri morti» recitava, in riferimento al caso Raciti, una scritta sui muri delle strade attraversate dalla manifestazione) oltre agli inni in «onore» di Nadia Desdemona Lioce, la terrorista detenuta al carcere di Costarelle di Preturo. E lelenco può continuare perché nel mirino dei giovani della sinistra radicale sono stati coinvolti Biagi, DAntona, i giornalisti definiti «terroristi» e perfino il Papa.
Tra spari di petardi, lancio di fumogeni e bandiere rosse la mobilitazione è proseguita finché il temporale non ha provato a disperdere una parte di quel manipolo di esagitati. Pronte intanto arrivavano le reazioni politiche. Il Guardasigilli, Clemente Mastella, conferma che larticolo 41 bis «ha una straordinaria importanza come strumento di contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso e contro il terrorismo interno e internazionale».
Più dure le parole della vice presidente dei deputati di Forza Italia, Isabella Bertolini, che calca la mano sullopportunità, perduta, di aver vietato questa manifestazione: «È scandaloso. Solidarietà alla brigatista Lioce, slogan che inneggiano allevasione dei detenuti e contro i morti di Nassirya, il Santo Padre e lispettore di Polizia Filippo Raciti ci convince sempre di più che era necessario vietare questa ignobile iniziativa.
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