Roma - Ridurre il peso del fisco su imprese e lavoro: è quanto chiede il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. "Andrebbero ridotte in misura significativa - afferma - le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l’amministrazione fiscale ha recentemente conseguito". "Per incentivare il ricorso al capitale di rischio - aggiunge Draghi - andrebbe ridotto, nel quadro di una complessiva ricomposizione del bilancio pubblico, il carico fiscale sulla parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale proprio".
Tornare alla crescita "Tornare alla crescita". Il governatore della Banca d’Italia chiude le sue ultime considerazioni finali così come aveva aperto le prime con l’invito al paese alla crescita che "è stata il mio punto fisso" e "ad affrontare le sfide dandone conto con chiarezza alla collettività anche quando le soluzioni fossero avverse agli interessi immediati di segmenti della società". Draghi ricorda anche il suo primo discorso al Forex di Cagliari nel 2006 quando sottolineando come "l’economia italiana apparisse insabbiata" osservò che "i suoi ritardi strutturali non andavano intesi quali segni di un declino ineluttabile".
Anticipare la manovra correttiva "Oggi bisogna in primo luogo ricondurre il bilancio pubblico a elemento di stabilità e di propulsione della crescita economica, portandolo senza indugi al pareggio, procedendo a una ricomposizione della spesa a vantaggio della crescita, riducendo l’onere fiscale che grava sui tanti lavoratori e imprenditori onesti". Per Draghi "appropriati sono l’obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l’intenzione di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14". Il governatore di Bankitalia aggiunge che "grazie alle riforme previdenziali avviate dalla metà degli anni Novanta, a un sistema bancario che non ha richiesto salvataggi, a una prudente gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in molti altri paesi avanzati". "Una manovra tempestiva, strutturale, credibile agli occhi degli investitori internazionali, potrebbe sostanzialmente limitare gli effetti negativi sul quadro macroeconomico".
La flessibilità del mercato del lavoro Per il numero uno di via Nazionale, "riequilibrare la flessibilità del mercato del lavoro, oggi quasi tutta concentrata nelle modalità d’ingresso, migliorerebbe le aspirazioni di vita dei giovani".
Nelle considerazioni finali all’Assemblea generale, Draghi ha spiegato che la diffusione dei contratti di lavoro a tempo determinato e parziale ha innalzato sì il tasso di occupazione, ma con "un pronunciato dualismo", creando una vasta sacca di precariato, soprattutto giovanile, con scarse tutele e retribuzioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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