Cronache

E i cittadini fanno arrestare gli ultrà violenti

L’indagine non è ancora finita, spiegano dalla questura. Per il momento si è chiusa una fase importante con alcuni numeri molto significativi. Il blitz è scattato alle prime ore dell’alba, 22 le perquisizioni in abitazioni sparse in tutta la città e nove sono state le persone arrestate: 4 sono in carcere (tre genoani ed un sampdoriano, si tratta di Stefano Montaldo, Paolo Poletti, Fabio Praticò e Luca Crosa), altri 2 si trovano agli arresti domiciliari mentre 3 tifosi sono stati raggiunti da un provvedimento di obbligo di firma. Gli altri 13 ultrà sono stati indagati a piede libero per rissa, lesioni e danneggiamento aggravato, porto abusivo di armi improprie, lancio di oggetti atti all’offesa e travisamento. Per tutti i 22 (14 genoani e 8 sampdoriani, diversi appartenevano alla tifoseria organizzata) c’è anche il daspo, cioè il divieto di accedere a manifestazioni sportive.
Ecco il bilancio dopo gli scontri dello scorso 23 settembre in via Monticelli qualche ora prima del derby. Sono stati necessari appostamenti e pedinamenti, ma, come sottolineato da Giuseppe Gonan, capo della Digos, è stato importantissimo l’aiuto dei cittadini che hanno fornito materiale video e fotografico per il riconoscimento dei tifosi coinvolti in quel pomeriggio di guerriglia urbana. E proprio gli abitanti della zona che hanno subito danneggiamenti dagli incidenti potranno costituirsi parte civile nei confronti degli ultrà identificati. Ma l’indagine della Digos di Genova (che aveva prodotto qualche settimana fa anche l’ arresto di un ultrà rossoblu) non si è ancora conclusa, gli inquirenti stanno valutando la posizione di una trentina di soggetti, molti dei quali sono già stati individuati: per loro, in attesa di altri riscontri, scatterà il daspo preventivo. È stato sequestrato un po’ di tutto: spranghe, mazze, coltelli, fionde e in due casi anche materiali di matrice neonazista come una bandiera che riproduceva una svastica e due mazze da baseball con l'effigie di Mussolini. Addirittura è stata trovata una sciarpa insanguinata e conservata come trofeo della “battaglia”. La maggior parte dei ventidue (il più vecchio ha 43 anni, i più giovani intorno ai 20) era conosciuta alle forze dell’ordine per precedenti specifici, mentre è stato registrato l’ingresso di nuove leve.

«Si tratta un fenomeno che terremo sott’occhio anche in chiave preventiva», ha aggiunto Gonan.

Commenti