E «l’Unità» esulta per la vittoria a Cormano

Fondamentalmente è come se ti ritrovassi nel mezzo di una partita di «Risiko» con i tuoi 4 carrarmatini rossi nella Jakuzia, circondato dagli avversari che stanno conquistando tutta l’Asia. La domanda dei contendenti - se tu ti mettessi ad esultare in modo scomposto - sorgerebbe spontanea: ma cosa esulti che sei più solo di un panda allo zoo?
Ecco, il panda del Pd in via di estinzione è Roberto Cornelli, che a dire la verità esulta con sommessa moderazione per la sua riconferma a sindaco di Cormano. Quelli che invece fanno partire la ola non stanno nell’hinterland milanese, ma nella redazione de L’Unità che ieri ha pubblicato una corposa intervista al primo cittadino del «popoloso centro alle porte di Milano». Un articolo sul «clamoroso successo in una zona di destra e leghista». Insomma, nel mare magno della delusione/disgusto elettorale, tra le rovine di decine di amministrazioni che passano a Pdl e Lega, ecco che la sinistra ha visto la luce. Un pois di ottimismo, la stella cometa della riscossa anti-berlusconiana.
Un ragazzo sveglio, Cornelli: 35 anni, laureato, ha amministrato bene e i suoi concittadini lo hanno premiato. Ma poi, sbollita la cotta immediata per questo baldo giovane, ti fermi un attimo a riflettere. Perché se a festeggiare la vittoria di Cormano fosse qualche partitino tipo l’Alleanza meneghina progressista, lo si potrebbe capire. Ma se a suonare la grancassa è il primo partito dell’opposizione, quel Pd che mira a governare il Paese e che amministra città importanti come Venezia e Torino, questo entusiasmo per un paesotto di 19mila abitanti è quantomeno indice di un ridimensionamento.
Che poi, a dire la verità, nessuno si ricorda adunate oceaniche quando l’anno scorso nel confinante comune di Bresso venne eletto il democratico Zinni. Né tantomeno è veritiero al 100% dire che il Milanese è Berlusconilandia: se alla Provincia c’è il pd Filippo Penati, qualcuno l’avrà pure votato, no?
E quindi evviva il fiato alle trombe ed evviva «ascolto, partecipazione e sicurezza». La vittoria è storica, la posta in gioco altissima.

Il vessillo democratico garrirà fiero su Villa Manzoni in frazione Bruguglio. Poi, se magari smetterà di garrire su Palazzo Isimbardi a Milano, pazienza. L’Unità scriverà comunque che in quel feudo di berluscones che è Milano mica si poteva fare di più.

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