E Mastella sotterra l’ascia di guerra. Per ora

Il leader Udeur dopo il fuorionda di Striscia: «L’incidente è chiuso» Poi in aula si fa beffe di Visco: «Se mi concede, bontà sua, i fondi necessari...»

da Roma

«Capirai, con tutto questo gran parlare di crisi della politica e di antipolitica, tutti a dare addosso ai politici, non dovevo infuriarmi vedendo che su Striscia la notizia c’era Visco che mi dà del crumiro e dice che gli sono costato un sacco di soldi? Vallo a spiegare alla gente, che voleva fare la battuta...». Il giorno dopo Clemente Mastella ride e appare appagato. Ma mica tanto. Non dubita che quel fuori onda sia stato un infortunio involontario: «Certo che Visco scherzava, si riferiva al finanziamento di un provvedimento per la Giustizia che avevo appena ottenuto in Consiglio dei ministri», spiega il Guardasigilli, «ma il problema è l’effetto mediatico, perché la tv ha un potere enorme e non è facile spiegare la verità alla gente. Ai milioni di telespettatori di Striscia chi glielo spiega che non sono soldi miei, né di Visco? Così, sembra che mi sia accaparrato milioni di euro» ». Comunque, con Visco ha chiarito e fatto pace, il viceministro dell’economia ha ammesso la gaffe. Mastella è ora contento, ma da Visco ha ottenuto la promessa che gli chiederà scusa pubblicamente sempre dagli schermi di Striscia, quando andranno a portargli il consueto Tapiro d’oro.
Che il ministro della Giustizia sia rimasto scottato, tanto da minacciare la crisi di governo, lo ha rivelato addirittura nell’aula di Montecitorio, dove ieri pomeriggio interveniva al question time. Rispondeva ad un’interrogazione di Enrico Buemi (Sdi) sulla carenza di organico amministrativo nel tribunale di Torino, e Mastella ha mollato una frecciata: «Utilizzo anche questa occasione per cui sono finito su Striscia la notizia: Visco, bontà sua, mi concede qualche milione di euro, fondi necessari per l’assunzione di 2.800 unità del personale amministrativo». Non contento, rispondendo al dipietrista Federico Palomba sui giudici di pace, Mastella ha insistito: «Se riusciamo a far breccia nelle tasche del ministero dell’Economia, risolverei qualche problema in più: il mio arsenale si sta inaridendo».
Almeno questo incidente sembra dunque chiuso». Il leader di Ceppaloni aspetta però il suggello del Tapiro, se interrogato sull’altro incidente che non s’è ancora risolto per Visco, la mozione al Senato sull’affaire delle pressioni sulla Guardia di Finanza, risponde: «Io sono il meno indicato a parlare, ora è meglio che mi stia zitto. Però aspetta, e mercoledì, il giorno del giudizio per Visco, Mastella non mancherà l’appuntamento, essendo pure senatore: «Certo che ci sarò. Ci sono sempre, nella buona e nella cattiva sorte».
Placato, ma non arreso. Anzi Mastella resta vigile, tanto da non annullare la convocazione dell’Ufficio politico del suo partito che aveva fatto d’urgenza per stamani.

L’ha solo spostata, alle 11, per non bucare il vertice di maggioranza che Romano Prodi ha finalmente concesso cedendo alle sue richieste. Va al vertice con baldanza, spiega che è l’occasione per «recuperare i problemi. Ma se a questi problemi non si dà ascolto, c’è irreparabilità».

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