«E ora Toyota prepara la controffensiva»

«Toyota ha la leadership giusta per ripartire nel modo migliore. Quello che il presidente Akio Toyoda ha fatto in occasione dell’audizione al Congresso Usa è un gesto da apprezzare moltissimo».
Mentre la bufera dei richiami, dopo Toyota, sta investendo altre società (Suzuki, Gm e Nissan le ultime in ordine di tempo), a Ginevra l’attenzione è rivolta alla controffensiva che il colosso di Nagoya si prepara a sferrare per recuperare immagine e credibilità nel mondo.
Andrea Formica, vicepresidente di Toyota Europa con delega al marketing, affronta con il Giornale l’argomento: «Nel breve - precisa - siamo focalizzati sui richiami che, sottolineo, Toyota ha subito in Europa dagli Usa, visto che in questo continente non si sono registrati incidenti. Una volta finalizzata l’operazione, che intendiamo completare entro luglio, sarà probabilmente necessario fare uno sforzo di comunicazione in più per recuperare i clienti “non Toyota” che potrebbero averci escluso dallo loro shopping list». Formica è fiducioso che il gruppo possa riprendersi velocemente pur «nella consapevolezza che certi processi possono essere ulteriormente migliorati e che è opportuno dare alla nostra comunicazione un profilo più globale. Forse siamo stati colti di sorpresa da quanto è accaduto; faremo sicuramente tesoro di questa esperienza imprevista».
A Ginevra lo stand dei giapponesi, collegato a quello di Lexus, è tra i più imponenti, ricchi di modelli e colorati. Un modo per dimostrare all’opinione pubblica la voglia di riscatto e la vitalità del gruppo.
«Dai clienti - spiega Formica - non abbiamo segnali negativi. Anzi, il sostegno è più forte che mai. Si dicono addirittura stupiti, quando si presentano nelle nostre concessionarie per sottoporre il loro veicolo alle verifiche, che una cosa piccola (il problema al pedale dell’acceleratore, ndr) abbia potuto generare un rumore così grande. Il discorso è diverso, come ho detto prima, per quanto riguarda alcuni degli utenti “non Toyota”, quelli che non vantano un’esperienza di possesso di una nostra vettura e, quindi, non ne hanno apprezzato la qualità. Comunque, non credo proprio che il vantaggio competitivo di Toyota sulla qualità sia stato eroso dalla vicenda». Da anni, infatti, la casa giapponese e il suo kaizen (miglioramento continuo) sono presi a esempio, oltre che dall’industria automobilistica mondiale, anche dalle imprese manifatturiere in genere. Il caso dei maxi-richiami, secondo alcuni osservatori, rischia ora di togliere a Toyota il ruolo di benchmark. Ipotesi che Formica rifiuta senza mezzi termini: «Il kaizen - ribatte - è una filosofia che, più che mai, va applicata in questa fase». E sempre il vicepresidente europeo puntualizza anche che «mai c’è stato un taglio dei costi a scapito della qualità; con i fornitori esiste un rapporto di partnership e ciò che sinora è stato considerato un esempio da seguire non può improvvisamente diventare un esempio negativo». Quale sarà l’impatto complessivo sulle vendite dei maxi-richiami si saprà solo nei prossimi mesi.

«Aspettiamo la fine di marzo - risponde Formica - considerando anche le dinamiche difficili del mercato nel suo complesso e il forte calo degli ordini. In Germania, per esempio, si stima per febbraio un calo generale delle registrazioni del 35%».
PBon

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