E al Pirellone si litiga sul gonfalone

Il giorno che difende l'unione della famiglia spacca in due la Regione Lombardia. Alla vigilia del Family day al Pirellone il dibattito è acceso. Nocciolo della questione, a parte il tema della manifestazione in programma sabato a Roma, è: gonfalone si, gonfalone no. Partecipare con lo stendardo della Regione Lombardia, come vuole il presidente Roberto Formigoni, oppure no? «Quel gonfalone non ci rappresenta tutti» insorgono nel centrosinistra. «Il Family day - attacca Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi - rappresenta tutti i lombardi, anche quelli che convivono». Guido Galperti (Margherita) sostiene che in piazza debbano scendere «i cittadini e le associazioni ma non i rappresentanti delle istituzioni».
Il Prc vede del Family day una «manifestazione di parte». Gianmarco Quadrini (Udc) fa notare che se non altro un merito i Dico lo hanno avuto: «Hanno fatto riscoprire a tutti l'importanza fondamentale della famiglia». A difendere a spada tratta la famiglia è invece il centrodestra. Forza Italia in testa. Che, oltre ai commenti politici, sfodera un piano per tutelare i nuclei familiari più numerosi che porta la firma dell'assessore Giancarlo Abelli. Un piano articolato che agevola il diritto allo studio e facilita l'acquisto della prima casa. In attesa, come spera anche il Carroccio, di poter prendere decisioni più mirate sul tema grazie all'attuazione del federalismo.


Roberto Alboni, capogruppo di An, invita a considerare l'evento di sabato «un giorno di festa» e sprona la sinistra «a usare rispetto per quei padri e quelle madri che fanno salti mortali per arrivare a fine mese, continuando però infaticabilmente a insegnare ai propri figli quei valori irrinunciabili che sono la base culturale della nostra nazione».

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