E Serra balla con Casini: «Ce la metterò tutta»

Chissà se era mai salito su un cubo in discoteca il prefetto Achille Serra, che dopo una vita intera nella polizia da due anni si è ributtato in politica. Lo ha fatto venerdì sera insieme al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, al Old Fashion di via Alemagna, per presentarsi a una piccola folla di militanti milanesi del partito, e lanciare così la sua corsa a sindaco di Milano - una candidatura che secondo le voci è stata al centro dell’accordo che lo ha visto passare fra le fila dei centristi.
La carriera milanese del Serra poliziotto è legata alla guerra dichiarata ai boss della mala come Epaminonda, Turatello e Vallanzasca. Il suo percorso politico è piuttosto tormentato: parte da una breve parentesi in Forza Italia negli anni Novanta. Riparte con l’effimera stagione veltroniana nel Pd del 2008, e approda infine all’Unione di centro, che ora intende puntare anche su di lui come possibile perno di una corsa solitaria che appare sempre più probabile.
Maglione e camicia senza cravatta, Casini in discoteca si è mostrato rilassato e sorridente, e deciso a portare fino in fondo l’opera di svecchiamento del partito liquidando i reduci della stagione post-dc. Ha stretto decine di mani dei ragazzi dei corsi di formazione politica del partito, e baciato decine di guance delle militanti. Alle nove in punto è salito su un piccolo cubo e ha dato il benvenuto a Serra, che ha parlato già da candidato: «Sono a disposizione del partito - ha detto - e ce la metterò tutta». Poi ha minimizzato: «La mia candidatura? Non ne so niente».
Casini invece non ha nascosto le carte. La linea sulle Comunali di Milano sembra decisa: «Il nostro orientamento - ha detto al «Giornale» - è per una corsa autonoma ovunque, anche se rispettiamo il lavoro della Moratti». Insomma di intese con la sinistra non se ne parla. Con Pdl resta aperto uno spiraglio legato forse a una possibile svolta su scala nazionale, ma dopo la corsa solitaria alle Provinciali e Regionali la scelta dovrebbe essere replicata: «È una scelta già fatta in passato - ha chiosato il coordinatore comunale Pasquale Salvatore - la partita però è ancora aperta, è tutto fermo fino al 14 novembre».
Insomma le primarie dovranno sciogliere le ultime riserve. Se, come sembra possibile, dovesse vincere Pisapia, l’Udc potrebbe voler correre nelle praterie del centro del centrosinistra. Ma non vuol dar l’impressione di aspettare Gabriele Albertini: «Albertini, Serra, ci sono diverse possibilità», ha detto Casini, prima di lasciare aperta una via di fuga con un rituale «Prima parliamo di politica e programmi e poi dei nomi». Un orientamento confermato dal coordinatore provinciale, il giovanissimo e sempre più quotato Alessandro Sancino, che Casini ha vezzeggiato tutta la sera insieme a Enrico Marcora e allo stesso Salvatore, mentre a distanza si intravedeva l’attuale assessore morattiano dell’Udc, Gianni Verga. «Andiamo avanti con le nostre proposte per una Milano capitale della meritocrazia - ha detto il consigliere provinciale - quel che è certo sulle elezioni è che si vincono al centro».
E al centro l’Udc potrebbe trovare i finiani, molto dipenderà dall’evoluzione dei rapporti a livello nazionale.

L’impressione è che se il matrimonio del terzo polo si farà allora Albertini sarà l’uomo giusto e le sue ambizioni sono notevoli. Se dovesse tirarsi indietro lui, o Fini, allora il candidato di bandiera Serra sarebbe già pronto a scendere in pista per tenere il piccolo serbatoio di voti dell’Udc milanese.

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