da Roma
Un aggettivo, di grado superlativo, «moltissimi», mette zizzania tra il direttore del Tg2 Mauro Mazza e il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi (Ds). Questultimo infatti si è sentito in dovere di impugnare la matita rossa e, da bravo maestrino, ha fatto le pulci al direttore, sottolineando quel «moltissimi» che lincauto Mazza aveva messo in un titolo del tg, provocando un «acuto disagio» nellesponente ds. Questi, con tono quasi notarile, aveva eccepito su quellaggettivo rapportato dal servizio giornalistico al numero dei detenuti che, dopo essersi giovati dellindulto, sono tornati a delinquere. Appunto «moltissimi» per Mazza; ma, evidentemente, non altrettanti per Manconi che, cifre alla mano, faceva notare come «su un universo di 24mila individui, moltissimi significa la maggior parte, non dico 20mila, nemmeno 15, 10mila, ma almeno 7, 5mila. E invece siamo al 3,6%: ovvero meno di 900 recidivi. Non moltissimi, dunque». A sua detta. Per la precisione 864.
Garbata come la lamentela anche la requisitoria della difesa. Mazza, che ben conosce il mestiere di giornalista e la lingua italiana, non fa sconti: «Forse ha ragione Manconi a definire troppi i recidivi tornati in carcere: un aggettivo (troppi) che è anche un giudizio di merito e non soltanto di quantità (come moltissimi) che, sulla penna di un sottosegretario alla Giustizia, assume un rilievo tuttaltro che trascurabile».
Quel servizio, andato in onda nel telegiornale di sabato alle 13, ha insomma scatenato Manconi che ha concluso invitando il direttore, con la consueta cortesia, a rettificare il titolo nelle successive edizioni. E se il cronista deve limitarsi alla cronaca; beh, allora, quegli 864 recidivi sono davvero moltissimi. Diciamolo.
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