E sul podio georgiana e russa si abbracciano

Baci ed abbracci sul podio olimpico della gara della pistola 10 metri donne tra la russa Natalia Paderina (argento) e la georgiana Nino Salukvadze (bronzo). Nonostante la situazione di guerra fra i loro paesi, dopo una stretta di mano le due tiratrici si sono strette in un lungo abbraccio

E sul podio georgiana e russa si abbracciano

Pechino - Quell'abbraccio sul podio tra la georgiana e la russa racconta meglio di mille parole il valore delle Olimpiadi. Se facessero tutte come loro, "non ci sarebbero più guerre", come ha ricordato a chi non vuol intendere Nino Salukvadze, che dopo il bronzo nella pistola 10 metri ha stretto a sé l'amica e rivale russa Natalie Paderina, che l'aveva battuta. Ma almeno qui a Pechino la tregua olimpica non è parola priva di senso, piuttosto realtà. Perché sul podio di un'Olimpiade, anche dopo aver sparato con una pistola per sport, è giusto stringersi la mano. E poi abbracciarsi.

"E' stato bellissimo quando la Paderina è venuta verso di me per darmi la mano", dice la 39enne georgiana co-protagonista di uno degli spot più belli di questa Olimpiade: Russia e Georgia unite insieme, da sorelle, sul podio della pistola dieci metri donne, a far compagnia alla cinese Guo Wenjun, che non avverte la pressione dettata dall'obbligo di vincere, conferma il pronostico e porta a casa la medaglia d'oro. Ma il podio più bello per una volta non è quello più alto. Quella della Salukvadze è stata una vera e propria impresa: ha conquistato la medaglia 'in volata', strappandola alla bielorussa Chaika ed alla polacca Lewandowska, mentre sono finite nelle retrovie una ragazza che si chiama Claudia Verdicchio ma spara per la Germania e si è piazzata decima, e l'azzurra Maura Genovesi, 28/ma. Il risultato più bello è ovviamente quello della georgiana con un nome che in Italia sarebbe da uomo, Nino, e che ha avuto la certezza di poter partecipare alla gara della sua vita soltanto poche ore prima che cominciasse.

Dopo l'appello del Presidente della Repubblica Mikheil Saakashvili, che desiderava che i suoi atleti rimanessero a Pechino nonostante la guerra e l'impossibilità per loro di parlare con le famiglie, c'é stata una lunga riunione al villaggio fra atleti, tecnici e dirigenti in cui ad un certo punto è intervenuta perfino la First Lady Sandra, moglie del Presidente: "Rimanete e fate onore alla Georgia", ha detto alle 2 di questa mattina, e a quel punto anche per la Salukvadze non ci sono stati dubbi: già dalle 9, senza aver mai dormito, é scesa nella hall del tiro a segno e ha dovuto sparare con la sua pistola, che usa soltanto a fini sportivi "e mai potrà simboleggiare quella guerra arrivata fin dentro casa mia". Lo stesso vale per la Paderina, "perché le nostre saranno sempre sfide soltanto sportive, per medaglie come quella di oggi, che per me non ha prezzo". Ecco allora l'abbraccio fra Russia e Georgia sotto alla bandiera con i cinque cerchi, e un bellissimo momento di questa Olimpiade. "Oggi ero molto nervosa - racconta la georgiana -: pensavo a tutto ciò che sta succedendo alla mia gente ed è stato molto difficile gareggiare in queste condizioni. Non avevo praticamente chiuso occhio per tutta la notte, siamo stati svegli cercando di capire cosa dovevamo fare, e pensavamo soltanto alla nostra Georgia.

Poi c'é stata la decisione di restare, obbedendo al nostro Presidente, e adesso sono felice per questa medaglia, che certo però non cancella i morti. Ma sono altrettanto felice anche perché ho gradito molto il gesto della russa, venuta verso di me per darmi la mano".

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