Migranti, economia e dossier che scottano: ecco il 2020 del Papa

Il 2020 di Papa Francesco sarà centrato sull'evento anti-capitalismo di Assisi, sulla pastorale dei migranti, ma pure su importanti dossier interni

Migranti, economia e dossier che scottano: ecco il 2020 del Papa

L'anno di Papa Francesco è appena iniziato. La storia dello "schiaffo" può finire nel dimenticatoio. Adesso è tempo di svolte o almeno di tentativi. I retroscenisti hanno cercato di capire se la fedele cinese - quella dell'episodio tanto chiacchierato - fosse o no una cristiana perseguitata dai comunisti. Perché il focus sulla situazione dei cattolici in Cina è stato e rimarrà uno dei più dibattuti. Nel corso del 2020, l'accordo tra la Repubblica Popolare e il Vaticano andrà verificato per il secondo anno consecutivo.

La "questione cinese"

Il Papa a Pechino è divenuto una autorità religiosa riconosciuta e legittimata. Il vescovo di Roma può nominare i vescovi e istituire nuove diocesi. Si dice però che Roma, prima di ufficializzare le nomine dei presuli, debba passare da una condivisione preliminare con la Conferenza episcopale cinese, che sarebbe controllata dal partito comunista, dunque dal governo. E questo è già un primo pomo della discordia. Siccome i contenuti dell'accordo, che è tanto storico quanto complesso da analizzare, non sono mai stati resi pubblici, si può solo ipotizzare un quadro d'insieme: il secondo dei principali motivi per cui i conservatori si oppongono all' "accordo provvisorio".

Le "parti", per così dire, si sono date due anni. Un periodo in cui Jorge Mario Bergoglio potrebbe addirittura riuscire a toccare con mano il suolo cinese. L'ex arcivescovo, tornando dal Giappone, ha detto di amare la Cina e di voler andare a Pechino. Ma il mancato abbraccio tra il Papa e la fedele di qualche giorno fa ha almentato l'edificazione di dietrologie. Qualcuno, ricostruendo la scena e i virgolettati pronunciati dalla donna, ha sostenuto che il messaggio rivolto a Francesco fosse proprio destinato alla tutela della comunità cattolica cinese. La "Chiesa sotterranea" - come affermato dal cardinale Zen - starebbe soffrendo per via delle persecuzioni. Ma la versione sul significato delle frasi della cinese non è stata confermata. In maniera molto più semplice, pare si possa parlare di una reazione naturale di Bergoglio. Un riflesso scollegato dalle parole della donna. Una banale perdita di pazienza. Il Papa, peraltro, non conoscerebbe l'inglese. Dunque non avrebbe avuto modo di comprendere quali fossero le considerazioni della persona che ha cercato di avvicinarlo. Qualunque sia la verità sull'episodio, vale la pena far notare come i rapporti che intercorrono tra Santa Sede e "dragone" costituiscano una chiave essenziale di questo pontificato. E il sipario del 2020, in un certo senso, non poteva che aprirsi così: con una polemica tra il "fronte tradizionale" e quello "progressista". Lo "schiaffo" del Papa è stato polarizzante: ancora una volta abbiamo avuto modo di assistere a dei contrasti, che permangono sullo sfondo come un vero e proprio mantra di questi ultimi sette anni. Chi si occupa di "cose vaticane" è consapevole di come questo possa essere un anno centrale per le riforme, mentre la "questione cinese" è solo uno dei punti cruciali su cui dobbiamo attendere novità.

L'attesa per la pubblicazione del dossier sull'ex cardinal McCarrick

Come ventilato dal Catholic Herald, nel 2020 la Santa Sede pubblicherà, con buone probabilità, l'esito della indagine interna sul caso dell'ex cardinal Theodore McCarrick. Una inchiesta che lo stesso Francesco ha voluto. Theodore McCarrick è ritenuto colpevole di abusi, che sarebbero stati perpetrati nel corso di anni. Sì, ma durante quale pontificato sono accadute queste vicissitudini? Dalla risposta a questo interrogativo dipende molto. Il Washington Post ha svelato di recente l'entità di alcuni finanziamenti che l'ex porporato statunitense ha inoltrato, nel corso delle scorse decadi, a San Giovanni Paolo II prima e a Benedetto XVI poi. La vicenda possiede un certo rilievo: "Zio Ted", oltre ad essere stato ridotto allo stato laicale, è stato condannato ad una vita di preghiera e penitenza dal vescovo di Roma. Una sanzione che è arrivato dopo che il quadro sugli abusi commessi ai danni di seminaristi è stato ritenuto valido dall'arcidiocesi di New York. Quasi in contemporanea, tuttavia, mons. Carlo Maria Viganò ha circostanziato (a detta sua e di chi è concorde) tutta la situazione, narrando di come Benedetto XVI avesse già disposto delle restrizioni per McCarrick. Quelle che, con l'elezione del pontefice argentino, non sarebbero state applicate. E le domande aperte attorno al caso sono ancora molte. La linea della "tolleranza zero" - voluta da Ratzinger e continuata da Bergoglio - prevede che le circostanze del passato possano e anzi debbano essere chiarite. Anche a costo di coinvolgere le gestioni precedenti a quella del Papa regnante. È possibile che mediante il dossier del Vaticano - un documento che dovrebbe essere composto da circa 250 pagine - emergano responsabilità precise? È uno dei quesiti che circolano. Considerato quanto fuoriuscito in termini di notizie, chi potrebbe aver insabbiato i comportamenti dell'ex cardinale? Magari qualcuno ha risieduto o risiede ai piani alti? Sempre che le coperture siano effettivamente avvenute. McCarrick è spesso stato etichettato come progressista, mentre Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger sono sempre stati ascritti al fronte dei conservatori. E gli schematismi vaticani, rispetto a queste circostanze, possono aver giocato un ruolo. Per comprendere qualcosa di più, però, bisogna aspettare ancora qualche tempo. Un particolare nuovo è già noto: McCarrick era in grado di far pervenire donazioni molto consistenti (600mila dollari). Le stesse donazioni che potrebbero però essere state declinate in opere di carità, passando prima dall'Obolo di San Pietro del Papa polacco e del "mite teologo" di Tubinga.

La riforma della Curia romana

La nuova Costituzione apostolica, stando ai programmi, sarebbe dovuta divenire pubblica entro la fine del 2019. Ma così non è stato. Il C9 - il consiglio ristretto dei cardinali che lavorano al progetto di riforma - è divenuto un C6. Tre cardinali hanno abbandonato per motivi differenti. Il sestetto che è rimasto all'opera lavora da tempo a questa rivisitazione delle logiche curiali. Da quanto trapelato, è lecito affermare quanto segue: la Segreteria di Stato diventerà ancora più importante. Di rimando, potrebbe essere depotenziata la Congregazione per la Dottrina della Fede. Papa Francesco è un avversario del "clericalismo". Quando si è trattato di comprendere il perché la Chiesa cattolica fosse stata investita dal "collasso morale", Jorge Mario Bergoglio ha individutato proprio il "clericalismo" come nemico da abbattere. "Semplificazione" può divenire la parola d'ordine. Quella da accostare a "trasparenza". Per analizzare la direzione impressa dalla riforma, però, serve prima l'ufficializzazione. Il Papa, poco prima della fine dell'anno, ha riformato la figura del cardinale decano, che non ricoprirà più quell'incarico per l'intera durata della sua esistenza. Ora i cardinali devono eleggere un successore di Angelo Sodano. Il cardinal Luis Antonio Tagle, infine, è stato incaricato come prefetto presso Propaganda Fide. Può essere un segnale per una futura successione al soglio di Pietro. Nell'ottica delle dinamiche del Vaticano, la Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli, ossia Propaganda Fide, ha un'amplia libertà di manvora. Tagle potrà intervenire sua sponte in alcuni territori. Il Papa potrebbe aver deciso di far fare esperienza all'arcivescovo di Manila, preparandolo così per l'eventuale partita del Conclave.

Il cardinale Pell e l'appello previsto per la primavera

Il cardinale George Pell ha chiesto e ottenuto che il processo, nel quale è stato condannato a sei anni di prigione in primo e secondo grado per abusi, arrivasse all'appello. Un documentario mandato in onda da Sky Australia sembra coadiuvare la tesi degli innocentisti: Pell, per le dinamiche con cui si sarebbero svolti i fatti, non avrebbe mai potuto abusare delle due presunte vittime. Dal fatto che fossero presenti altre persone alle usanze che Pell era solito seguire subito dopo una celebrazione: sono in tanti a credere che l'alto prelato oceanico sia innocente. Marzo (o comunque la primavera) dovrebbe essere il mese decisivo. Nel caso in cui la sentenza definitiva dovesse essere in controtendenza rispetto alla precedenti, l'uomo che Papa Francesco aveva scelto per la Segreteria per l'Economia - il numero tre della Santa Sede - verrebbe riabilitato. E uscirebbe dall'isolamento in cui si trova adesso. Durante il Natale trascorso, le cronache hanno raccontato di come George Pell non abbia potuto celebrare la Messa. Il Vaticano ha sempre riposto la sua fiducia nella giustizia australiana. La posizione espressa dal cardinale, poi, non è mai cambiata: George Pell si è sempre dichiarato incolpevole.

Dalle voci sul "Sinodo dei migranti" a quelle sul "Sinodo della Chiesa italiana"

Il 2019 è stato l'anno del Sinodo panamazzonico. Nel 2020 potrebbero essere poste le basi per un "Sinodo dei migranti". Jorge Mario Bergoglio potrebbe assecondare questo disegno. "Mediterraneo, Frontiera di Pace" - l'incontro che i vescovi italiani terranno a Bari nel 2020 - può fare da preambolo. La "pastorale sui migranti", per quanto il Papa in questi primi giorni del 2019 abbia utilizzato spesso toni "ratzingeriani" (si guardi, per esempio, agli auguri di Natale alla Curia, in cui Francesco ha avvertito sulla fine della epoca cristiana) rimane una delle costanti del magistero. Ma a far discutere è soprattuto l'ipotesi relativa alla organizzazione di un "Sinodo della Chiesa italiana". Il "concilio interno" dei teutonici è in corso e durerà fino alla fine del 2021. Il cardinale Reinhard Marx e gli altri vescovi della Germania stanno pensando di prendere decisioni vincolanti. In linea prettamente teorica, non si potrebbe. Se non altro perché, in materia di morale o di dogmi, è sempre Roma ad avere la ultima parola. Lo spettro è quello del ritorno delle Chiese nazionali. Uno dei motivi per cui Papa Francesco viene attaccato dai tradizionalisti. Il ripristino di un grado di autonomia troppo elevata non soddisfa le aspettative degli oltranzisti. Quasi come se la Santa Sede non fosse più il perno attorno cui ruota ogni ingranaggio.

Il Papa lancia la sua sfida al capitalismo

Marzo non sarà solo il mese del processo d'appello al cardinale George Pell, ma anche quello in cui Francesco riunirà i "suoi" ad Assisi. "The Economy of Francis" è un evento annunciato come "politico", nell'accezione alta della espressione. Jorge Mario Bergoglio è convinto che il sistema economico contemporaneo, così come è stato pensato fino al momento odierno, non funzioni. L'alternativa può essere quella di dare vita ad un modo di fare economia basato sul francescanesimo. San Francesco d'Assisi, quindi, come ideologo di riferimento per una economia dal volto umano e per un mondo sia "sostenibile" sia in grado di rendere "protagonisti" gli "ultimi della Terra". Quelli che Papa Francesco incontra spesso e volentieri nei suoi viaggi all'interno delle "periferie economico-esistenziali". I conservatori e i tradizionalisti - è già pronosticabile - battaglieranno. Perché ancora una volta la Chiesa cattolica ha deciso di scendere in campo per confrontarsi con problemi pragmatici, "troppo" pragmatici. Ma l'ex arcivescovo di Buenos Aires, memore pure della sua esperienza nei barrios argentini, tira dritto. La kermesse di Assisi potrebbe anche essere interpretata alla luce delle tesi che il Papa ha eretto in contrasto con il sovranismo. Come a dire che una ricetta diversa per contestare le distorsioni della globalizzazione esiste, ma non è quella dei muri e dei confini. La "ecologia integrale", poi, rappresenta per il pontefice argentino un'architrave irrinunciabile del suo manifesto.

L'inserimento dei "peccati ecologici" nel Catechismo potrebbe divenire realtà. Quale città meglio di Assisi per un annuncio del genere? Non tutti, però, concordano sul fatto che il Santo Patrono d'Italia fosse un ecologista. L'eco delle scontro è già percettibile.

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