Che cosa significa vivere in carcere? Che cosa significa dovere scontare le proprie colpe dentro una cella di 8 metri quadrati da dividere in sei persone?
Lo si potrà provare venerdì prossimo a «Fa la cosa giusta!» (Fierameilanocity, porta Scarampo 14, fino al 1 aprile) dove la Caritas ha allestito «Extrema ratio» qualcosa di più di un semplice stand, bensì un percorso sensoriale per denunciare la condizione di sovraffollamento delle carceri. La Caritas ambrosiana ha deciso di partecipare in questo modo alla fiera nazionale del consumo critico e degli stili sostenibili. «Negli ultimi 20 anni il numero dei detenuti in Italia è cresciuto costantemente. La conseguenza è che in carcere la popolazione dei reclusi è doppia rispetto a quella regolamentare. E in Lombardia arriva quasi a toccare il quadruplo», spiegano dalla Caritas. Come spiegare che cosa davvero significa resistere in un carcere se non facendolo provare direttamente?
Nello spazio espositivo, i detenuti del carcere di Bollate hanno riprodotto in dimensioni reali una cella dentro la quale i visitatori saranno invitati a entrare, dopo essersi sottoposti a una serie di gesti (farsi fotografare, lasciare le impronte digitali, depositare le borse). Lesperienza di detenzione temporanea, che durerà 5 minuti, sarà sufficientemente fedele allesperienza reale, per poter vivere sulla propria pelle la condizione di sovraffollamento dei nostri penitenziari da più parti denunciata. Alcuni espedienti scenici (lutilizzo di luci abbaglianti nel corridoio di accesso, ad esempio) irrobustiranno la percezione disolamento, solitudine, e angoscia che prova chiunque si trova in condizione di reclusione. Al termine del percorso sensoriale saranno offerti un dossier e alcune letture sulla condizione carceraria italiana.
Non solo. La Caritas ha promosso anche un incontro venerdì 30 marzo per chi vorrà approfondire il tema. Si potrà infatti assistere al dibattito tra due testimoni di primo piano, seppure su fronti diversi, del pianeta giustizia: il pubblico ministro alla Procura della Repubblica di Milano durante i processi di Mani pulite, Gherardo Colombo, e lIspettore generale dei cappellani dellamministrazione penitenziaria, don Virgilio Balducchi. Lex magistrato e il sacerdote parleranno dellefficacia del sistema penitenziario, della finalità delle reclusione, del significato del perdono e della giustizia riparativa. Secondo la Costituzione italiana, scopo della pena è la rieducazione del condannato. «Secondo questa visione, la reclusione dovrebbe essere lextrema ratio - prosegue la Caritas ancora - Nella realtà, è al contrario sempre il primo e spesso solo strumento utilizzato per pareggiare i conti con la giustizia». E fanno notare che «per affrontare anche il problema del sovraffollamento delle carceri serve un cambiamento culturale che senza trascurare l'attenzione alle vittime dei reati e la legittima esigenza di sicurezza, sappia affrontare con serenità anche la questione delle pene alternative».
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