Ecco i diesel che nascono con il filtro blocca-polveri

Alcune case automobilistiche montano già il dispositivo sui loro modelli. E c’è anche il kit per ridurre l’impatto dei vecchi veicoli a gasolio

Il filtro antiparticolato potrebbe presto diventare la «chiave magica» per entrare nella maggior parte dei grandi centri urbani. Sembra di rivivere gli anni (primi Novanta) del «bollone» verde riservato alle poche migliaia, allora, di vetture catalitiche: oggi se non hai il filtro non passi! Adesso l’imputato principe è infatti il diesel o, meglio, il gasolio, carburante per sua natura «sporco» a causa dell’odore che emana anche quando facciamo rifornimento e delle tracce visibili che lascia a differenza della benzina. E pensare che l’ingegner Rudolf Diesel riteneva di avere fatto un favore all’ambiente realizzando un motore a elevatissimo rendimento energetico, caratteristica tuttora inalterata per i propulsori a gasolio.
Insomma, la gara fra i costruttori di automobili (circa la metà del mercato italiano è ormai costituita da diesel) si combatte a colpi di filtri, terreno dove il primato spetta senz’altro a PSA Peugeot Citroën, gruppo automobilistico che per primo ha cominciato a equipaggiare le proprie vetture diesel del filtro FAP (un milione a livello mondiale, oltre 100mila in Italia), marchio depositato e oggi utilizzato in decreti, circolari e ordinanze come simbolo del «lasciapassare» per i centri storici. Dispositivo che agisce chimicamente nell’abbattimento del particolato prodotto dalla circolazione di una vettura a gasolio, questo filtro è ormai montato su moltissime automobili mosse da motori diesel, e siamo ora giunti addirittura alla seconda generazione, che non prevede più alcuna manutenzione o riciclo (anche prima questa avveniva comunque dopo 120mila chilometri percorsi) e può vantare un’efficienza accresciuta. Indipendentemente dalle emergenze che nascono a livello locale, la sensibilità dei costruttori ha portato a una estensione del filtro a molte autovetture, magari cambiando la sigla Fap, «copyright» della Casa del Leone, in altri acronimi, ed ecco che sia Fiat, come Gruppo, sia marchi tedeschi (in Volkswagen si chiama DPF), propongono un numero crescente di modelli a gasolio dotati di questo sistema che intrappola le particelle nocive emesse dalla combustione del gasolio in un’autovettura.
L’applicazione di questi sistemi antinquinamento, grazie allo sviluppo tecnologico portato avanti indipendentemente dalle normative più o meno opportune, permette di ottenere da un’auto prestazioni identiche rispetto a quelle precedenti, di pari cilindrata e potenza, non dotate di filtro antiparticolato, notizia che dovrebbe fare tirare un sospiro di sollievo ai dinamici automobilisti italiani.


Ci sarà comunque la corsa a «mettere a norma» la vettura che si possiede, se non altro per andare a fare shopping in «centro», e a questo può provvedere Bosch, che ha già disponibili kit «aftermarket» (destinati ad auto già circolanti ma prive del filtro magico) per la maggior parte dei propulsori common-rail montati sulle auto diesel di tutte le marche.

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