Nella giornata mondiale dell'ictus l'Istituto Neurologico Besta ha invitato la cittadinanza a un incontro informativo: quali sono i segnali da non sottovalutare e cosa si può fare per prevenire la malattia? L'ictus è la seconda causa di morte e disabilità nel mondo e colpisce ogni anno 15 milioni di persone. Di questi 5 milioni perdono la vita e altri 5 rimangono permanentemente disabili, con un conseguente onere per la famiglia e la comunità: i sopravvissuti possono perdere la vista, la parola, restare paralizzati o in stato confusionale (fonte: Istituto Superiore di Sanità).
Gli esperti del Besta hanno illustrato le diverse forme in cui l'ictus si manifesta, le cause e le piccole azioni quotidiane che tutelano la salute. Il 65% degli ictus è dovuto a un'occlusione di un vaso sanguigno (ictus ischemico), il 29% a un'emorragia all'interno del parenchima cerebrale ed il 6% a un'emorragia subaracnoidea.
Anche se a livello mondiale la mortalità da ictus sta diminuendo, sono in crescita le persone colpite e che poi vivono con una disabilità. È importante riconoscere subito i primi sintomi come: intorpidimento del viso, del braccio o della gamba soprattutto su un lato del corpo, difficoltà a parlare o a comprendere, problemi alla vista, perdita di equilibrio, forte mal di testa improvviso o perdita di coscienza. Anna Bersano, direttore del dipartimento di Neurologia IX del Besta ha posto l'accento sulla prevenzione: "I dati della letteratura dicono che il 40-50% degli ictus si può prevenire controllando con assiduità l'ipertensione, facendo screening dei fattori di rischio e migliorando lo stile di vita (stop al fumo, alimentazione corretta e attività fisica). L'ictus ha anche un forte impatto sociale ed economico, una persona colpita costa circa 10mila euro all'anno e il paziente colpito quando sopravvive deve poi affrontare la parte riabilitativa, questo costringe molti ad abbandonare il lavoro (così come i loro caregiver) e il compito delle istituzioni è dare fondi a questi pazienti e alle loro famiglie. Non solo: il dato che oggi preoccupa di più è la diffusione dell'ictus giovanile, sotto il 50 anni, il 16% degli ictus è tra i giovani".
La Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus ha presentato il progetto innovativo di ricerca clinica Othello (Action Observation THerapy Enhanced by muscLe synergy-derived eLectrical stimulatiOn) per sviluppare un protocollo riabilitativo avanzato per il recupero della motricità dell'arto superiore dopo l'ictus. Sempre per affrontare l'ictus da 2 anni la Philips e la World Stroke Organization hanno avviato una collaborazione per estendere l'accesso alle cure.
Le due realtà investono in tecnologie innovative per garantire che ogni paziente possa ricevere trattamenti tempestivi, come la trombolisi e la trombectomia meccanica, che oggi sono appannaggio solo di pochi pazienti (la seconda è stata usata solo dal 7% dei malati in tutta Europa).