Promuovere uneducazione allo sport e al tifo non violento: con questi obiettivi parte da Milano, con Inter e Milan a fare da capofila, il progetto «La scuola e lo sport contro la violenza» promosso dal ministro dellIstruzione Mariastella Gelmini e nato dalle consulte provinciali degli studenti di Catania e Palermo dopo la morte dellispettore Filippo Raciti.
La proposta, rivolta a studenti delle medie e dei liceo e ai loro insegnati, si articola in momenti di riflessione e di festa: gli studenti infatti avranno la possibiltà di assistere alle partite delle squadre del cuore. Come primo approccio a una diversa cultura dlelo sport i ragazzi di Lombardia, Sicilia e Campania prepareranno striscioni e messaggi sul fair play e la legalità che esposrranno in occasione delle partite delle loro squadre (Inter-Napoli, Inter-Catania, Inter-Palermo e Milan-Napoli, Milan-Catania, Milan-Palermo). Le scuole aderenti al progetto parteciperanno ad un ciclo di convegni, nei giorni precedenti gli incontri, sul tema delleducazione alla legalità e della sicurezza, con relatori provenienti dal mondo della magistratura, della stampa specializzata, della cultura, dello sport e della sicurezza. La terza fase del porgetto prevede un concorso di idee per la creazione del logo del progetto «La scuola e lo sport contro la violenza». Infine, è stato realizzato un sito internet (www.lascuolaelosportcontrolaviolenza.it) dove si potranno reperire tutte le informazioni sul progetto e le sue iniziative.
«Lobiettivo è coinvolgere nel progetto tutte le consulte provinciali degli studenti per promuovere i valori della legalità, della sicurezza e soprattutto dello sport pulito, dello sport come attività agonistica e amore per la propria squadra e non come odio verso lavversario - ha spiegato il ministro Gelmini -. Non è più pensabile che si muoia per il calcio». Per il patron dellInter Massimo Moratti «si tratta di un impegno che non riguarda solo la scuola, ma tutta la società. Sono certo che piacerà moltissimo, soprattutto ai ragazzi».
Inter e Milan sono le prime società ad aver aderito al progetto «ma vogliamo estenderlo - ha concluso il ministro - a tutte le squadre di serie A e B, perchè riteniamo che la presenza di giovani studenti nei nostri stadi possa essere un segnale positivo e anche una lezione di educazione alla cittadinanza».
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