Parigi - Aumento delle temperature, innalzamento del livello dei mari, responsabilità umane. Questi in sintesi i cardini del Quarto Rapporto dell'Ipcc presentato oggi a Parigi. Ecco i principali punti del documento redatto dal panel di 500 esperti sotto l'egida delle Nazioni Unite.
Gas serra: la concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica (Co2), il principale gas serra, è oscillata per un periodo di 10.000 anni fino al 1750 in un range di 265 - 280 ppm (parti per milione) ma negli ultimi 150 anni ha raggiunto 380 ppm nel 2006. Le più recenti ricerche scientifiche sulla composizione chimica dell'atmosfera «intrappolata» nelle bolle di ghiaccio databili, confermano che la presenza di CO2 in atmosfera non è mai stata a questi livelli negli ultimi 800.000 anni. Secondo l'Ipcc, l'aumento dei gas serra a partire dal 1750, considerato l'anno d'inizio della Rivoluzione Industriale, è dovuto principalmente alle emissioni da combustibili fossili, all'agricoltura e al cambio d'uso del territorio (land-use-change).
Aumento delle temperature: entro la fine del secolo la temperatura superficiale della Terra crescerà da 1,8 a 4 gradi centigradi ma potrebbe aumentare anche fino a 6,4 gradi.
Oceani: Tra il 1961 ed il 2003 il livello globale marino si è innalzato di circa 1,8 mm all'anno. La causa è da ricercare nell'aumento della temperatura media globale degli oceani fino ad una profondità di circa 3000 metri; l'espansione termica dell'acqua marina si è tradotta in un innalzamento del livello medio globale marino.
Azione umana: Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità del 90% che il riscaldamento climatico sia dovuto all'emissionidi gas serra determinate dalle attività umane. L'impatto di questi effetti durerà per gli esperti almeno un millennio. La consapevolezza scientifica sulla influenza dell'effetto umano sul sistema clima (l'impronta umana sul clima) si è rafforzata in questo rapporto che stima con maggiore precisione che dal 1750 ad oggi le attività umane hanno determinato un effetto globale medio di riscaldamento. Il Rapporto evidenzia in maniera inequivocabile il riscaldamento del sistema clima, comprovato dall'aumento delle temperature medie globali dell'atmosfera e degli oceani, dallo scioglimento della neve e del ghiaccio e dall'innalzamento del livello medio globale marino. «È molto probabile (probabilità tra il 90 ed il 95%) che l'aumento osservato nella temperatura media globale negli ultimi 55 anni sia dovuto all'aumento osservato nelle concentrazioni atmosferiche di gas ad effetto serra».
Aumento del livello dei mari: I numeri citati dall'IPCC nel IV Rapporto non considerano l' effetto dell'aumento del livello dei mari dell'Antartico e della Groenlandia, resi noti da studi recenti, e danno la falsa impressione che tale aumento, nel prossimo secolo, sia un problema semplice da risolvere. L' aumento del livello del mare fra i 19 e i 58 centimetri alla fine del 2100 potrebbe essere di fatto due volte maggiore di quello previsto dall'IPCC nel prossimo secolo, cioè superare un metro. Milioni di persone in più che vivono lungo le coste potrebbero essere a rischio.
Artico: L'aumento della temperatura media sull'Artico è due volte maggiore dell' aumento medio globale. Dal 1978 i satelliti hanno stimato che l'estensione annuale media del ghiaccio marino artico si è ridotta del 2,7% ogni dieci anni.
Precipitazioni: Le osservazioni meteorologiche hanno evidenziato tendenze a lungo termine nelle precipitazioni dal 1900 al 2005 in ampie aree del pianeta: aumenti di precipitazioni nelle aree orientali dell'America settentrionale e meridionale, nell'Europa settentrionale e nell'Asia settentrionale e centrale, siccità più intense nel Sahel, nel Mediterraneo, nell'Africa
meridionale ed in alcune aree dell'Asia meridionale. In generale la frequenza di eventi di intensa precipitazione è aumentata. Il Mediterraneo emerge come una delle aree più sensibili ai possibili cambiamenti climatici futuri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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