Ecco il ticket d’ingresso anche per il Duomo (ma Pisapia non c’entra)

«Non sono contrario a un biglietto d’ingresso a pagamento». Ieri non ha badato a spese l’arciprete del Duomo, monsignor Luigi Manganini, dichiarando schiettamente che si può ipotizzare un obolo per l’entrata nel luogo sacro. Soprattutto per i gruppi turistici. La conservazione del grande «bastimento sull’acqua», così ha definito una delle chiese più belle del mondo, è sempre più gravosa e di fronte alle difficoltà di poterlo mantenere nella sua primigenia bellezza non ha escluso il versamento di un «pedaggio».
«Il problema - ha specificato monsignor Manganini - sta nel riuscire a scindere le persone e la finalità della loro visita. Se c’è un gruppo di ragazzi dell’oratorio che entra per conoscere la religione e pregare nella sua chiesa non si può presentare loro un ticket. Ma per altre comitive turistiche, ipoteticamente, si può pensare al biglietto». Che già si paga - costo 4 euro - in strutture come il Battistero.
Sono 11 mila al giorno, 4 milioni in un anno, i visitatori della «Madunina», e 600 mila quelli che raggiungono le alte terrazze sotto la grande guglia in ristrutturazione.

Ora il problema è di identificare, separare e far convivere le due diverse tipologie di persone che varcano la soglia della cattedrale: il fedele devoto che si inginocchia nei banchi per pregare e il fruitore che viene da fuori per godere dello spettacolo delle opere d’arte in una città che riserva tante sorprese.
Pare, infatti, che nella Sala delle Asse al Castello Sforzesco sia stata individuata sul soffitto una decorazione di Leonardo da Vinci.

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