
Continua a infuriare la guerra economica tra Cina e Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha deciso di sospendere la vendita di alcune tecnologie strategiche a Pechino. Secondo quanto riferito dal New York Times, nella stretta voluta dalla Casa Bianca sarebbero comprese quelle relative ai motori per l’aeronautica, i semiconduttori e alcuni prodotti chimici e macchinari.
Due fonti del giornale americano hanno spiegato che si è trattato di una mossa in risposta alle restrizioni sulle esportazioni di minerali critici annunciate dal Dragone. I funzionari Usa, secondo quanto riferito, si aspettavano che il gigante asiatico allentasse la sua morsa dopo l’accordo che ha ridotto momentaneamente la maggior parte dei dazi. Ma pare che le spedizioni di terre rare e magneti avvenute negli ultimi giorni siano state molto limitate. Il dipartimento del Commercio ha dunque sospeso alcune licenze che consentivano alle aziende Usa di vendere prodotti e tecnologia alla Comac per il suo C19, un velivolo simile per dimensioni al Boeing 737 e all'Airbus A320, che due anni fa ha effettuato il primo volo passeggeri e la cui esistenza è dovuta a fornitori europei e americani.
Il Financial Times, invece, ha acceso i riflettori sull’interruzione delle esportazioni di software venduti da aziende come Siemens, Synopsys e Cadence, usanti per la produzione di chip e semiconduttori tramite strumenti di Electronic Design Automation. Il giornale ha scritto che a queste società è stato intimato di sospendere la fornitura di servizi a gruppi cinesi, in una lettera inviata dal Bureau of Industry and Security. Non è chiaro se siano coinvolte tutte le aziende del settore. Da Pechino, il ministero del Commercio ha già parlato di “gravi sfide” per la sicurezza e la stabilità della catena globale di chip, ribadendo il rifiuto ad accettare “unilateralismo e bullismo”.
La politica dell’amministrazione Trump sulle tariffe, nel frattempo, è finita sotto attacco interno.
La Corte del commercio internazionale, un tribunale federale con sede a Manhattan, ha bloccato i dazi sostenendo che la legge invocata dalla Casa Bianca (L’International Emergency Economic Powers Act del 1997) non garantisce al presidente l’autorità di imporli unilateralmente su quasi tutti i Paesi. Il governo Usa ha già presentato ricorso in appello e il caso potrebbe finire davanti alla Corte suprema.