Trattativa Usa-Ue sui dazi e mediazione dell'Italia: il piano per evitare la guerra commerciale

Meloni prova a mediare tra Bruxelles e Washington per evitare l’escalation. Roma vuole un’intesa entro agosto per salvare export e posti di lavoro, ma la trattativa è tesa

Trattativa Usa-Ue sui dazi e mediazione dell'Italia: il piano per evitare la guerra commerciale
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In un clima di crescente tensione commerciale tra le due sponde dell'Atlantico, Giorgia Meloni si muove con cautela ma determinazione, convinta che esistano margini per scongiurare l'escalation tariffaria minacciata da Donald Trump.

"Un accordo vantaggioso per tutti", ribadisce, sarebbe l'unica strada sensata in un contesto globale instabile. Mentre la Commissione Europea guida formalmente i negoziati, Roma tenta di ritagliarsi un ruolo influente, tessendo contatti bilaterali e proponendosi come ponte tra Bruxelles e Washington. Tra pressing interno, negoziati multilaterali e contatti bilaterali ad alta tensione, l'Italia tenta di restare al centro del gioco diplomatico, consapevole che un solo errore potrebbe costare miliardi e posti di lavoro.

Il rischio di dazi fino al 30% sull'export europeo impone scelte rapide: la soglia del 10%, definita "ragionevole" dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, rappresenta il punto di equilibrio oltre il quale l'impatto sull'economia italiana e continentale sarebbe insostenibile. La strategia italiana punta a una soluzione di principio entro il 1° agosto, per poi negoziare settore per settore, riequilibrando la bilancia commerciale tra beni e servizi.

Meloni, che negli scorsi mesi ha facilitato l'incontro tra Ursula von der Leyen e il vicepresidente USA JD Vance a Roma, lavora dietro le quinte tra contatti internazionali e pressione interna. A Palazzo Chigi ha ribadito, ricevendo il nuovo cancelliere austriaco Christian Stocker, che ogni sforzo va fatto per evitare una guerra commerciale. Anche Antonio Tajani, in visita a Washington, ha discusso la questione con Marco Rubio, pur ricordando che non è lui il titolare del dossier. Il dibattito si allarga anche ai rapporti con Mosca: Giorgetti rivendica i 18 pacchetti di sanzioni imposti alla Russia come esempio di una politica economica orientata alla sicurezza nazionale. A margine di un collegamento con Ancona, il ministro ha difeso il provvedimento Golden Power contro l'Ops di UniCredit su Banca Bpm, evidenziando l'obbligo di dismissione delle attività in Russia.

Mentre i tecnici della Commissione europea sono in volo verso Washington per un nuovo round negoziale, la Casa Bianca conferma che la trattativa con Bruxelles è ancora apertissima. “Stiamo discutendo con l’Unione europea e ci sono progressi. Abbiamo già una base di partenza: la lettera che prevede l’applicazione di dazi al 30%. Ma i colloqui continuano”, ha dichiarato Trump, che nel frattempo deve far fronte a un nuovo segnale d’allarme interno: l’inflazione è tornata a salire. A giugno, i prezzi al consumo hanno registrato un incremento del 2,7% su base annua, superando le attese degli analisti e il dato di maggio (2,4%). Un effetto tangibile dell’incertezza commerciale, che contribuisce a mantenere alta la tensione sui mercati. Le Borse europee risentono immediatamente del clima: a fine seduta, Francoforte perde lo 0,41%, Parigi cede lo 0,54%, Londra scivola a -0,67%. Più marcata la flessione di Madrid (-1,24%), mentre Amsterdam resiste con un +0,3%. Milano archivia la giornata in calo dello 0,66%, confermando il nervosismo diffuso tra gli investitori.

Sul fronte negoziale, la Commissione europea mantiene la massima riservatezza. “Posso confermare che il commissario Sefcovic ha avuto una telefonata con il Segretario al Commercio USA, Howard Lutnik, e che questa sera parlerà anche con il Rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer”, ha dichiarato il portavoce Olof Gill durante un briefing con la stampa. “I team tecnici della Commissione sono attualmente in viaggio verso Washington – ha aggiunto – ma siamo in una fase troppo delicata per fornire ulteriori dettagli”.

Gill ha inoltre confermato che la Commissione ha appena trasmesso agli Stati membri una bozza del secondo elenco di possibili contromisure europee, frutto di una consultazione di quattro settimane con governi, stakeholder e settore industriale. “I Paesi avranno ora modo di esprimere le proprie osservazioni.

Dopodiché la Commissione presenterà una proposta definitiva, da sottoporre all’approvazione formale degli Stati membri. Tuttavia – ha precisato – non intendiamo attivare alcuna misura prima del 1° agosto, data fissata da Washington come deadline negoziale”.

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