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Gli anni di lavoro passati dal capo dei rischi Alessandro Decio nel gruppo Unicredit

Unicredit perde un altro top manager. Dopo l'addio dell'ex direttore generale Roberto Nicastro che ha lasciato la banca in estate «in relazione a del tutto serene e composte divergenze di opinione», recitava il comunicato diffuso ad agosto), anche Alessandro Decio ha deciso di uscire dal gruppo in cui ha lavorato per oltre quindici anni, ricoprendo diversi ruoli di primo piano in Italia e all'estero, da ultimo quello di responsabile della divisione rischi. La motivazione di rito - «per perseguire nuove opportunità professionali» - non svela altri dettagli sul futuro del manager che però, anche dopo le sue dimissioni valide dal primo gennaio, manterrà gli incarichi attualmente ricoperti in rappresentanza di Unicredit nei consigli di amministrazione di società interne ed esterne alla banca. Il riassetto delle prime linee del management dell'istituto guidato da Federico Ghizzoni è stato annunciato il 5 agosto assieme ai risultati del primo semestre e l'aggiornamento del piano industriale.Si è trattato del maggiore rimpasto dirigenziale da quando, cinque anni prima, Alessandro Profumo, era uscito da Unicredit. Oltre all'uscita di Nicastro, oggi al timone delle quattro nuove banche-ponte nate dal salvataggio di Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti, allora era stato annunciato anche che Alessandro Decio, capo della divisione rischi, avrebbe garantito la transizione con Massimiliano Fossati (già responsabile rischi per il perimetro italiano della banca) dopo aver completato il progetto triennale per la razionalizzazione delle strutture di gestione del rischio e il rafforzamento della qualità degli attivi che gli era stato affidato nel 2012.Resta, invece, in Unicredit il vice direttore generale Paolo Fiorentino che a metà novembre aveva annunciato a mezzo stampa le sue dimissioni, allettato dall'offerta di Fortress di diventare amministratore delegato della nuova Uccmb, la banca delle sofferenze destinata a diventare una piattaforma paneuropea di recupero crediti. Offerta che, secondo quanto risulta al Giornale, sarebbe arrivata anche allo stesso Decio.Fiorentino ha poi fatto marcia indietro qualche giorno dopo confermando il suo impegno.

Il nuovo piano industriale della banca al 2018 è incentrato su materie di sua competenza come il taglio dei costi e il forte impulso alle attività digitali. Una sua eventuale uscita dal gruppo (dopo 34 anni) avrebbe dunque indebolito l'esecuzione del progetto.

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