In 4 anni la tv «perde» 1,5 miliardi

È il calo complessivo dei ricavi nel periodo 2010-14

Nel periodo 2010-2014 i ricavi delle principali imprese televisive si sono ridotti di 1,5 miliardi: è quanto emerge dalle principali risultanze consolidate frutto dell'analisi dei bilanci delle aziende presenti nei mercati di interesse istituzionale dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. Gran parte della flessione è dovuta alla contrazione degli introiti pubblicitari; considerando l'intero periodo diminuiscono anche i ricavi provenienti dagli abbonamenti pay tv. Inoltre si riduce la redditività: il margine lordo (Ebitda) passa dal 29,1% del 2010 al 23,1% del 2014. L'occupazione complessiva, con circa 20.800 addetti nel 2014 si è ridotta di circa 1.000 addetti (-4,5%). In calo tra il 2010 ed il 2014 anche i ricavi complessivi del settore editoria, che scendono di 2 miliardi (-31,2% gli introiti ottenuti in Italia). Il margine operativo netto, mediamente pari al 5,2% nel 2010, risulta pesantemente negativo nel 2012 e 2013 (rispettivamente -12,2% e -10,2%) e si riporta in area positiva lo scorso anno (1,1%). Maggiormente intensi che per le imprese televisive gli effetti della crisi sui livelli occupazionali: tra il 2010 ed il 2014 le imprese considerate infatti perdono oltre il 20% degli addetti, che scendono da 19.300 a 15.200 dipendenti circa. Tra il 2010 e il 2014 il settore con una perdita maggiore è stato quello dell'editoria quotidiana e periodica con una perdita pari al 31,2%, seguito dal settore delle tlc con un -22,5%.

In questo campo, nel 2015 le sim con accesso a internet hanno superato quota 47 milioni con un aumento del 13%. E Agcom sottolinea come le sim che hanno svolto traffico dati siano passate tra settembre 2011 e settembre 2015 dal 26,9% al 50% del totale.

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