Pensioni, cambiano gli importi: cosa succede a ottobre

A partire da ottobre le pensioni aumenteranno del 2,2%, una misura stabilita dal decreto Aiuti bis. È un’alternativa al calcolo di perequazione che si fa ogni anno a gennaio

Pensioni, cambiano gli importi: cosa succede a ottobre

Pensioni più pesanti del 2,2%, tra la compensazione annuale dell’inflazione (un acconto del 2%) e anticipo del conguaglio del 2021 (pari allo 0,2%). Un ritocco verso l’alto stabilito nel decreto Aiuti bis, il cui scopo è quello di lenire gli effetti dell’erosione del potere di acquisto dovuto all’inflazione.

Il conguaglio, il cui importo corrisponde allo 0,2% degli assegni, previsto per il mese di gennaio del 2023, è stato quindi anticipato di quattro mesi e corregge il dato sull’inflazione del 2021 che si è attestata all’1,9% contro l’1,7% stimato e applicato dall’Inps. La pensione di ottobre verrà quindi adeguata con un aumento pari allo 0,2% calcolato sul periodo che va da gennaio a settembre del 2022.

Inoltre, e questa misura vale soltanto per le pensioni inferiori ai 35mila euro lordi annui, ci sarà una rivalutazione del 2% dell’importo dell’assegno. Anche in questo caso viene anticipata l’indicizzazione di gennaio, si tratta di una misura straordinaria e non è da escludere che possa essere applicata anche in futuro, con indicizzazioni delle pensioni durante il corso dell’anno e non per forza allo scattare dell’anno nuovo. Non si tratta di importi ingenti, ma di una misura applicata tenendo fede alla necessità di sostenibilità dello Stato: se calcoliamo questo adeguamento usando come termine il valore dell’assegno pensionistico medio di 952 euro, si ottiene un aumento di 20,90 euro lordi, ossia 19 euro per la rivalutazione del 2% e 1,90 euro per l’anticipo del conguaglio.

Quanti sono gli esclusi dall’aumento delle pensioni

Come detto, l’aumento del 2% è riservato alle pensioni inferiori ai 35mila euro lordi l’anno.

Dando uno sguardo alle dichiarazioni dei redditi del 2021, beneficeranno di questo adeguamento 12,57 milioni di pensionati. Gli assegni pensionistici che superano il tetto di 35mila euro l’anno sono 1,95 milioni, ossia il 13,4% dei pensionati. Il ritocco verso l’alto del 2% verrà computato anche nella 13esima mensilità di dicembre. Va specificato che questo aumento è appannaggio della previdenza pubblica e non verrà applicata ad altri assegni erogati dal medesimo ente come, per esempio, l’invalidità civile.

Lo Stato non ha introdotto quindi misure innovative, si è limitato ad anticipare quelle già in essere e previste di norma con l’inizio del nuovo anno. Non è una rivalutazione straordinaria, è una rivalutazione anticipata.

D’altro canto il decreto Aiuti bis,

considerando il quadro congiunturale e il costante aumento dei prezzi, deve avviarsi verso l’applicazione di tutte le misure che prevede per lasciare spazio, eventualmente, ad altri interventi volti al sostegno della popolazione.

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