
Il Dialogo strategico del 12 settembre, a Bruxelles, tra Ursula von der Leyen (foto), presidente della Commissione Ue, e il settore automotive, si delineerebbe come una farsa dal finale già scritto. Altro che rivedere, nel segno del pragmatismo, le decisioni ideologiche che stanno affossando il sistema industriale europeo. La riunione, secondo indiscrezioni, punterebbe a privilegiare i costruttori francesi e tedeschi. Guardando alla Francia, si mirerebbe a coinvolgere l'Europa nel cosiddetto "eco-score", quei sistemi di etichettatura che valutano l'impatto ambientale relativo alla produzione del veicolo: energia (grazie al nucleare, la Francia è avvantaggiata a spese soprattutto dell'Italia) e acqua consumate, emissioni di CO2, inquinamento, smaltimento di batterie e componenti, logistica e trasporto. Questo "eco-score", inoltre, creerebbe grossi problemi ai big cinesi che importano auto e ricambi, visto che l'impatto ambientale ampliato li vedrebbe fortemente penalizzati. Le stesse voci vedrebbero Bruxelles propensa a dare l'ok, dal 2035, alle tecnologie di alimentazione gradite ai tedeschi. E i biocarburanti, peraltro già disponibili e certificati green, sostenuti dal governo italiano?
La presidente von der Leyen, inoltre, avrebbe convocato le sole aziende, tra case auto e componentisti, native europee e rappresentate dai rispettivi numeri uno. Quindi, francesi (Renault e Stellantis, con il suo mix italiano) e tedesche (Volkswagen, Bmw e Mercedes). I ceo di Mercedes, Ola Kallenius, impegnato a rimangiarsi le decisioni del recente passato, e di Schaeffler, Matthias Zink, interverranno nella doppia veste di capi Acea (costruttori europei) e Clepa (fornitori).
Intanto, oggi, a pochi giorni dal Dialogo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incontrerà - come anticipato dal Giornale - il ceo di Stellantis ,Antonio Filosa, e la dirigenza di Anfia per capire le intenzioni del gruppo sulla situazione produttiva in Italia.
C'è poi il caso Ara, l'esclusione dal "Dialogo" dell'Alleanza tra le 40 Regioni europee dal tessuto produttivo per lo più legato all'automotive. Le ragioni del taglio? "Motivi di tempistica. Veramente imbarazzante", precisa il presidente di Ara, Guido Guidesi, assessore regionale lombardo. "A ogni intervento sono stati riservati solo tre minuti, semplicemente ridicolo", rivela una fonte. "La nostra presenza - puntualizza Guidesi - avrebbe permesso alla presidente Ue di avere un quadro realistico, aspetto fondamentale per prendere decisioni oculate, ciò che è invece mancato".
Entro Natale, infine, se dall'Ue non arriveranno decisioni salva-automotive, crescono le possibilità che l'indotto italiano scenda ufficialmente in piazza a Bruxelles, sull'onda della protesta organizzata dalla Coldiretti.