Luglio senza scossoni per le vendite di auto in Italia (-0,1%), ma è il dato dei sette mesi (-3,1%) a mettere in luce le difficoltà del settore, le cui cause vengono sintetizzate così da Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor: economia stagnante, situazione politica e guerra al diesel. E a proposito di vetture a gasolio, il calo segnato il mese scorso rappresenta il record negativo: la domanda ha infatti toccato la quota più bassa dal settembre 2001 (il 37% di penetrazione, solo un anno fa era al 50,8%). La flessione riportata a luglio è stata pari al 27%, mentre da gennaio il calo ammonta a circa il 24%.
Ancora un pesante segno meno per le immatricolazioni di Fca: -19,37% il mese scorso e -12,83% da inizio anno. I dati sulle vendite sono usciti il giorno successivo alle dichiarazioni dell'ad Mike Manley seguite alla presentazione dei risultati trimestrali: oltre a ribadire le difficoltà del 2019, anno privo di vere novità per l'Europa, ma di preparazione al nuovo corso che partirà nel 2020, il capo di Fca si è detto fiducioso sul rilancio del mercato Emea e, in particolare, di Maserati (-18,45% a luglio e -19,81% da gennaio).
Resta la forte incognita Alfa Romeo che il mese scorso ha visto crollare le immatricolazioni in Italia (-55,82%), portando così il dato dei sette mesi a -48,51 per cento. Per il Biscione la situazione è senza dubbio di allarme rosso: tre i modelli in gamma (la rinnovata Giulietta, Giulia e Stelvio) e un futuro ancora da decifrare, finora contrassegnato solo dal Suv compatto Tonale, tra le vedette dell'ultimo Salone di Ginevra e molto apprezzato dalla critica, ma che arriverà solo a 2021 avanzato. E anche in luglio la monoprodotto Lancia, con Ypsilon, ha venduto oltre due volte Alfa Romeo. Per il marchio che l'ex ad, Sergio Marchionne, ha riportato in Formula 1, in coppia con la scuderia Sauber, è crisi di vendite da tempo. Il 2018 si è chiuso con 43.112 modelli del Biscione venduti (-4,9%), dopo un dicembre caratterizzato da un -33,23%. Il 2019 è comunque un calvario e il dato del mese scorso (-55,82%) è il più pesante: -45,35% a gennaio, -47,63% a febbraio, -54,74% a marzo, -49,92% ad aprile, -50,97% a maggio, -30,03% lo scorso giugno.
E in Europa, dove Alfa conta su molti appassionati, il quadro è ugualmente preoccupante: -37,3% le immatricolazioni di giugno che salgono a -41,6% se si considera l'inizio del 2019. Anche negli States e in Giappone gli aficionados sono numerosi, ma negli Usa il Biscione perde terreno: -26% nel primo semestre e prospettive di immatricolazioni complessive, nel 2019, poco oltre le 18mila unità (23.800 nel 2018). Insomma, Manley è chiamato a mettere mano al problema e a studiare un piano d'azione urgente che consideri tutte le opzioni.
Un analista, in occasione della presentazione dei conti del secondo trimestre, parlando con il Giornale, si è chiesto se non fosse il caso di assicurare un futuro ad Alfa Romeo in un altro gruppo, con una congrua entrata per Fca.
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