«L'industria italiana continua ad essere forte rispetto ai nostri competitor», questo è un passaggio dell'intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi (nella foto), al Festival dell'Economia di Trento. «L'Italia ha fatto i compiti a casa. Siamo in uno stato di grazia che però non ci sarà garantito per sempre». A maggior ragione in considerazione del fatto che due partner come Germania e Francia in questo momento non stanno andando benissimo, con la prima finita addirittura in recessione tecnica: «Avere due partner europei che in questo momento stanno zoppicando, non ci aiuta». Il capo degli industriali, nell'ultima giornata dell'evento, ripercorre tanti temi: dal Pnrr, alla riforma fiscale e della Giustizia, per arrivare al fondo sovrano europeo e al dibattito sul nucleare.
Lo sprone al governo da parte dell'associazione di categoria passa dal fronte delle riforme: «Oggi le risorse per farle ci sono, non ci sono più scuse», osserva Bonomi, «Non si stanno affrontando quelle riforme che tutti noi auspicavamo che venissero affrontate senza indugio: la riforma della giustizia; abbiamo la delega fiscale che è un primo passo ma non è quella riforma fiscale organica che speravamo; una riforma del lavoro a 360 gradi concentrata sulle politiche attive».
Quanto al Pnrr, gli errori fin qui fatti arrivano dalla fase di preparazione: «Sono stati inseriti nel Pnrr anche progetti che non hanno come obiettivo finale la crescita del Paese e da lì sono nati i problemi, che ora stanno venendo al pettine». Per questo motivo, ha detto il numero uno degli industriali, «è evidente che i progetti vadano ricalibrati, anche perché il quadro e le condizioni sono cambiate completamente tra quando il piano è stato pensato ed ora», ha detto Bonomi, sottolineando che «non è un problema solo italiano, cinque Paesi hanno già modificato il proprio piano di ripresa e resilienza».
Il leader di Confindustria poi torna sullo stop al nucleare in Italia, arrivato «sulla spinta emotiva» di Chernobyl. Ma oggi «vorrei vedere un dibattito nel merito sulle tecnologie nucleari di nuova generazione». Pollice alzato per il Ponte sullo Stretto di Messina, fortemente voluto dal governo Meloni: «Confindustria è sempre stata a favore delle infrastrutture, siamo quindi favorevoli al ponte sullo Stretto ma non può essere una infrastruttura sola, deve fare parte di un progetto di infrastrutture».
Infine, un'indicazione anche per la politica europea con un Bonomi vicino alle posizioni del governo nel sostenere che «avremmo bisogno di un fondo sovrano europeo. Ne abbiamo discusso in Europa, perché la dimensione internazionale della competitività è ineludibile».
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