Economia

La Cina è il primo trader mondiale ma l'America è già pronta a un nuovo boom

Nel 2013 Pechino è la prima potenza commerciale a livello mondiale. Ma l'America si prepara a un nuovo boom economico: il pil galoppa e Wall Street è ai massimi da 17 anni

La Cina è il primo trader mondiale ma l'America è già pronta a un nuovo boom

La Cina è il primo trader a livello mondiale. Superando gli Stati Uniti sul valore degli scambi commerciali con l’estero, l'impero del Dragone ha segnato una nuova pietra miliare nella sua pluridecennale ascesa nell’economia planetaria. L'impero a stelle e strisce, però, non sta a guardare, non è mica come l'Unione europea che da anni non fa che piangersi addosso. Washington ha già rialzato la testa e si prepara a un nuovo boom economico che potrebbe far impallidire la potentissima Cina.

Sono solo numeri, cifre, virgole, decimali e percentuali, ma rendono bene l'idea dell'impero che allarga la propria rete d'influenza su tutto il mondo. Quello che un tempo era un primato prettamente americano, adesso è un record ad appannaggio della ponenza cinese che, degli immortali Stati Uniti, detengono una vasta fetta di debito pubblico. Secondo i dati diffusi oggi da Pechino, la somma del valore dei beni importati e esportati dalla Cina sull’intero 2013 ha raggiunto 4.160 miliardi di dollari, il 7,6% in più rispetto all’anno precedente. Se andiamo a spulciare nel dettaglio il dato non è così roseo come può sembrare: l’export, che lo scorso dicembre è avanzato del 4,3%, è cresciuto di un più 12,7% di novembre e contro un atteso più 4,9%. "Gli esportatori cinesi - spiega il portavoce della Dogana, Zheng Yuesheng - incontrano difficoltà per l’aumento dei costi, incluso quello del lavoro e l’apprezzamento dello yuan". Per il 2014 il governo di Pechino prevede, infatti, un miglioramento. "Il rafforzamento delle economie sviluppate - conclude Zheng Yuesheng - porterà gradualmente l’economia mondiale fuori dalla crisi finanziaria e questo miglioramento esterno aiuterà le esportazioni cinesi".

Già con questi risultati, la Cina è riuscita a segnare una nuova pietra miliare nell'ascesa nell’economia mondiale. Secondo uno studio riportato dal Financial Times, gli Stati Uniti pubblicheranno dati analoghi a quelli presentati oggi dal governo cinese solo a febbraio, tuttavia il report sui primi undici mesi del 2013 indicavano un valore totale sugli scambi pari a 3.570 miliardi, il ché rende praticamente certo il sorpasso del Dragone. In realtà, secondo alcuni storici, si tratta di un controsorpasso dal momento che il Celeste Impero sarebbe già stato il Paese con i maggiori scambi globali durante la dinastia Qing, che si è protratta dal 1644 al 1912. L’ascesa è avvenuta velocemente, con un raddoppio dei volumi ogni quattro anni negli ultimi tre decenni. La Cina è il maggior paese esportatore dal 2009: gli scambi, che nel 2000 rappresentavano il 3% di quelli globali, ora sono al 10%. A cambiare è stata anche la tipologia delle merci esportate: dai prodotti tessili e petroliferi a quelli tecnologici.

Quello che, però, i numeri non dicono è che mentre la tendenza della Cina è negativa, quella degli Stati Uniti è positiva. Dopo la bolla dei mutui subprime, dopo il crollo di Wall Street, dopo la crisi economica, la Terra dell'Abbondanza è tornata ad avere un prodotto interno lordo che migliora le sue performance, avanza del 4%. Nel frattempo Pechino non solo rallenta, ma arriva addirittura a delocalizzare il comparto tessile proprio in America, dove produrre costa meno. Non è da meno per il settore tecnologico: dopo anni di trattative Apple ha concluso l'accordo di partenariato sulla vendita dell’iPhone con China Mobile, il più grande operatore mondiale di telefonia mobile. Laddove tutto era iniziato, alla Borsa di New York, il cerchio si è già chiuso: Wall Street ha infatti chiuso un 2013 pieno di record, il migliore dal 1997, con i principali indici che nell’ultima seduta dell'anno si sono attestati ancora una volta ai massimi livelli di sempre. Il Dow Jones si è congeda dal 2013 oltre i 16.576 punti, mai così in alto da diciassette anni. Su livelli da primato anche l’indice S&P500, che superando i 1.848 punti ha segnato la migliore performance degli ultimi sedici anni, e il Nasdaq che ha inaugurato il 2014 sopra i 4.176 punti.

L'impero a stelle e strisce è più vivo che mai.

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