Le ali di Milano

EasyJet taglia flotta e voli l'effetto Covid pesa su conti e investimenti

Il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa, da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati nello scalo di Venezia. Il country manager Italia Lorenzo Lagorio: "Azioni necessarie per assicurare la sostenibilità del business nel lungo termine. Il governo con misure che tutelino il settore e favoriscano la ripresa del traffico aereo"

EasyJet taglia flotta e voli l'effetto Covid pesa su conti e investimenti

L’impatto della pandemia sul trasporto aereo - compagnie e aeroporti - continua ad essere pesante e easyJet annuncia un piano di riorganizzazione che prevede la riduzione della flotta e dei voli. Strategia imposta dalle restrizioni a livello europeo e del forte calo dei passeggeri che ha interessato dutto il networrk della low cost britannica e non solo.
La compagnia sta dunque programmando di ridurre di 9 unità la propria flotta portando da 36 a 27 gli aeromobili basati in Italia. Il piano prevede di ridurre da 22 a 21 gli aerei basati a Milano Malpensa (che rimane centrale), da 7 a 4 quelli basati all’aeroporto di Napoli e da 7 a 2 quelli basati nello scalo di Venezia.

Decisione presa in base - si sottolinea in una nota - a un’attenta analisi che rientra nel piano strategico di easyJet focalizzata a ottimizzare il proprio network e garantire la profittabilità delle basi in tutti i Paesi per far fronte alla continua e incerta evoluzione del mercato e far fronte all’impatto senza precedenti della pandemia. Quest’anno infatti il settore del trasporto aereo ha subito un crollo del traffico passeggeri: dopo una timida ripresa estiva, Iata ha peggiorato le previsioni stimando per il 2020 un calo del traffico globale di circa il 70%. Per il 2021 l’associazione internazionale del trasporto aereo prevede che i ricavi dei vettori saranno inferiori di oltre il 50% rispetto a quanto previsto prima della crisi e un ritorno ai livelli del 2019 avverrà solo nel 2024.

“Siamo entrati in questa crisi come una delle compagnie aeree europee più solide mettendo in campo misure straordinarie non solo per salvaguardare la continuità aziendale ma anche e soprattutto per mettersi nelle condizioni di riprendere le attività in modo rapido e confermare la propria posizione di leadership nel mercato europeo non appena la crisi sarà superata - spiega Lorenzo Lagorio, Country manager di easyJet Italia -. Per la prima volta nella nostra storia abbiamo chiuso un anno fiscale in perdita, ma ora ottimizzare la capacità e ridurre i costi in modo strutturale sono azioni necessarie per assicurare la sostenibilità del business nel lungo termine”.

E aggiunge: “Abbiamo investito costantemente nel mercato italiano negli anni passati arrivando a trasportare oltre 20 milioni di passeggeri da e per gli aeroporti nazionalinel 2019. Ora però dobbiamo in parte ridimensionare i nostri investimenti, anche per riflettere le aspettative sulla drastica e strutturale riduzione nella domanda. È una scelta difficile, ma necessaria per garantire la sostenibilità del business di easyJet nel lungo termine sul mercato italiano”.

“Nonostante il quadro molto preoccupante che l’industria nel suo complesso si trova ad affrontare, voglio ribadire con forza l’impegno di easyJet nei confronti del nostro Paese che è, e rimane - precisa Lagorio -, uno dei principali mercati europei della compagnia e dove continueremo a essere uno dei principali operatori, leader nei collegamenti nazionali e internazionali. Continuiamo a chiedere a gran voce un intervento deciso del Governo con misure che tutelino il settore nel suo complesso e favoriscano la ripresa del traffico aereo”.

“Vorrei ringraziare - conclude - tutti i 1500 dipendenti di easyJet in Italia per l’impegno, la passione e il sacrificio mostrato in questi mesi così duri e garantire che saranno fatti tutti gli sforzi possibili, in collaborazione con le rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di mitigare l’impatto di questa decisione sui livelli occupazionali e salvaguardare il maggior numero possibile di posti di lavoro”.

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