Economia

"Fca, Cassino è da rianimare. Melfi e Atessa battono il virus"

Il punto della Fim sugli stabilimenti italiani di veicoli alla vigilia del via a Stellantis. "Pronti a incontrare Tavares"

"Fca, Cassino è da rianimare. Melfi e Atessa battono il virus"

Nasce Stellantis (sabato 16 gennaio il via, mentre l'attuale cfo di Fca, Richard Palmer, viene messo in pole position da molti analisti per lo stesso incarico nel nuovo gruppo) e il sindacato Fim Cisl presenta subito al Ceo designato, Carlos Tavares, lo stato dell'arte della produzione in Italia: 7 impianti, incluso quello di Atessa (furgoni) e dove è attiva da anni la joint venture tra Fca e Psa. Una dote industriale da 26.319 lavoratori, 5.940 dei quali solo ad Atessa (Chieti), con Melfi (Potenza) il sito con più operai: 7.200. Seguono Pomigliano (4.481), Mirafiori e Grugliasco (3.915 per il polo torinese), Cassino (3.433) e Modena (1.350). In totale, a lavorare per il gruppo in Italia, tenendo presenti gli impiegati e i siti che producono motori, sono circa 55mila persone.

Da questi impianti nel 2020 sono usciti 717.636 veicoli, in calo del 12,36% rispetto al 2019 a causa degli stop produttivi per l'emergenza Covid-19. È il dato più basso dal 2014 (624.230 unità); peggiore era stato il bilancio del 2013 con 588.500 vetture, l'anno prima della nascita di Fiat Chrysler Automobiles. Dai dati di Fim Cisl si vede come la produzione di veicoli commerciali ad Atessa rappresenti più della metà di quella delle auto passeggeri: 257.026 su 460.610.

Il polo Fca è oggetto di un profondo rinnovamento in virtù degli oltre 5 miliardi di investimenti annunciati nel novembre 2018 da Pietro Gorlier, responsabile Emea per il gruppo. Processo, come ricorda Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim, che si completerà quest'anno. «La produzione - aggiunge - si è ripresa bene negli ultimi due trimestri del 2020 grazie agli incentivi e ai lanci di 500 elettrica e dei primi modelli ibridi, insieme ad alcuni restyling. Si è così ridotta in maniera significativa la perdita che ormai viaggiava intorno al -35%»

In attesa dei nuovi modelli previsti nel 2021 (Maserati MC20 e Grecale, Alfa Romeo Tonale, Fiat Ducato elettrico, gli ibridi leggeri di Jeep Renegade, Compass e Maserati Levante, la 500X Cabrio e i vari aggiornamenti) l'analisi fabbrica per fabbrica del sindacato si sofferma, in particolare, su Cassino, quella che preoccupa di più, e Pomigliano d'Arco. La prima ha visto lo stop alla produzione di Alfa Giulietta e attenda il Suv compatto Maserati Grecale. «L'impianto - precisa Uliano . viaggia al 10% della potenzialità produttiva e lo stop alla Giulietta peggiorerà ancora del 20% la situazione. Grecale arriverà solo a novembre e da allora, grazie alla piattaforma premium ibrida, si potrà guardare, probabilmente dal 2022, allo sviluppo di altri due modelli Alfa Romeo. Per tutto l'anno ci sarà il ricorso agli ammortizzatori sociali, nonostante il calo del personale da 4.300 a 3.400 unità». C'è poi Pomigliano, in Campania, che si appresta a realizzare il Suv Alfa Romeo Tonale insieme ai vari modelli di Fiat Panda. E sin qui tutto ok. Ma è proprio sulla futura nuova Panda che il sindacato si interroga. Sarà assemblata ancora in Campania? Corre Melfi, che ha sfornato la metà delle auto Fca (esclusi i furgoni) in Italia. In ripresa il polo torinese, reduce da un 2019 pesante, grazie alla 500 elettrica e alle Maserati prodotte, ma anche al fatto di essere diventato l'hub delle batterie per tutti marchi. A Modena, sede storica di Maserati, gli ammortizzatori sociali sarebbero invece agli sgoccioli.

«Stellantis - commenta Uliano - sarà un gruppo strategico per occupazione e stabilimenti del nostro Paese. Una grossa opportunità in prospettiva futura, soprattutto per la messa in sicurezza dell'occupazione».

Ed è partita la richiesta dei sindacati per un primo vertice con Tavares.

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