La Fed lascia i tassi invariati e stima un rialzo «graduale»

Sono diminuiti i rischi sull'economia nel breve termine

Come previsto il Federal Open Market Committee (Fomc), ovvero il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, ha lasciato invariati i tassi allo 0,25-0,50%. È la quinta volta di fila che l'istituto centrale guidato da Janet Yellen non motidifica il costo del denaro, alzato per la prima volta a dicembre. Allora ci fu la prima stretta (di 25 punti base) dal giugno 2006. Alla fine del 2015 i tassi dunque salirono dai livelli minimi record a cui furono portati nel dicembre 2008, nel pieno della crisi finanziaria.

Secondo la Federal Reserve, «i rischi di breve termine all'outlook economico sono diminuiti», si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione dalla banca centrale americana che «continua a monitorare da vicino gli indicatori dell'inflazione e gli sviluppi economici e finanziari globali». Nel documento, non c'è alcun riferimento alla Brexit, il referendum del 23 giugno scorso con cui gli elettori britannici hanno scelto l'uscita del Regno Unito dall'Ue. Per la Fed, «l'attività economica si sta espandendo (e si espanderà) a un passo moderato» mentre il mercato del lavoro «si rafforzerà».

Intanto, sempre sul fronte macroeconomico, altre notizie importanti sono arrivate ieri da Tokyo: il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato in un intervento a Fukuoka un

nuovo piano di rilancio dell'economia da 28mila miliardi di yen (circa 240 miliardi di euro). Il piano comprende spese pubbliche e investimenti e sarà dettagliato la prossima settimana dopo il varo da parte del governo.

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