Alla Ferrari non sono bastati «i risultati forti», come li ha definiti l'ad Louis Carey Camilleri, per vincere l'effetto dazi Usa-Cina sul titolo. Anche il Cavallino rampante ha infatti risentito del venerdì nero della Borsa, e le sue azioni sono così scivolate del 4,35% a 142,90 euro. Dati finanziari a parte (utile netto in crescita del 14% a 184 milioni nel secondo trimestre e del 18% a 364 milioni nei 6 mesi), di importante dalla conference call con gli analisti è emersa la possibilità che a fine 2019 le consegne saranno intorno alle 10mila unità, un fatto storico per Ferrari che il mercato ha però accolto con non poche perplessità. Superare le 10mila supercar vendute potrebbe infatti intaccare l'esclusività del marchio. Cauto, comunque, l'ad Camilleri sul 2020: «Non posso dare i volumi dell'anno prossimo - ha avvertito - ma posso dire che il mix sarà molto favorevole. Non è il numero delle 10mila auto che mi preoccupa».
C'è poi l'aspetto Cina extra dazi. Maranello ha dovuto anticipare le consegne di auto sotto la Muraglia a causa della guaduale entrata in vigore, Provincia dopo Provincia, delle nuove norme restruttive sulle emissioni. Regolamento che sarà osservato da tutto lo sterminato Paese entro il gennaio del 2023. Le vendite di Ferrari nella Cina continentale, Hong Kong e Taiwan sono balzate, nel secondo trimestre, del 63,3%. La corsa alle consegne in questa area, ha finito per penalizzare il mercato delle due Americhe, mentre l'Emea (Europa, Africa e Medio Oriente) ha segnato, tra aprile e giugno, un +11,4%.
L'ad di Ferrari ha quindi confermato gli obietttivi di quest'anno: ricavi netti oltre 3,5 miliardi, adjusted Ebitda tra 1,2-1,25 miliardi, adjusted Ebit tra 0,85-0,9 miliardi e utile per azione adjusted tra 3,50 e 3,70 euro. Ritoccata in leggero rialzo la guidance dell'anno sul free cash flow industriale, portata sopra 0,55 miliardi dai precedenti 0,45. I ricavi netti nel trimestre sono ammontati a 984 milioni (+8,6%). Nel semestre la crescita è stata dell'11% a 1,9 miliardi. L'adjusted ebitda trimestrale ha segnato 314 milioni (+8,7%) con un margine al 32%. «I nostri ordini - ha precisato l'ad, al suo primo anno al volante del Cavallino dopo la scomparsa di Sergio Marchionne - sono arrivati a livelli record». Molto richieste le supercar Portofino e 812 Superfast.
Alla fine del 2019, intanto, inizieranno le vendite della SP1 Monza, nel 2020 toccherà alla SF90 Stradale, primo modello ibrido ricaricabile di Maranello. «Si tratta di vetture - ha puntualizzato Camilleri - altamente redditizie».
Cinque novità sono state annunciare per il 2019, cosa mai accaduta per Ferrari, e la promessa sarà rispettata.
Dopo F8 Tributo e SF90 Stradale, all'evento «Universo Ferrari», in programma a Maranello il 9 settembre prossimo, Camilleri e il suo team sveleranno il terzo e quarto nuovo modello, mentre per il quinto bisognerà attendere la fine dell'anno.
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