Maranello (Mo). Ferrari entra nel futuro con il nuovo piano strategico al 2026, una svolta che punta soprattutto sul green e sul potenziamento, proprio in questa chiave, del polo di Maranello. Avanti con i programmi, dunque, ma sempre nel rispetto della tradizione e tenendo ben presenti le frasi iconiche, ma sempre attuali, del fondatore Enzo Ferrari. Con l'obiettivo di essere «carbon neutral» nel 2030, entro il 2026 saranno lanciati 15 nuovi modelli, il primo del quali - battezzato Purosangue e già richiestissimo dai clienti - sarà proposto in settembre. A Maranello, inoltre, sorgerà una nuova linea dedicata al programma di elettrificazione: alla scadenza del piano il 60% della gamma sarà ibrida ed elettrica, e il resto con motori a combustione interna, quota che nel 2030 scenderà al 20%. Ferrari, in proposito, svilupperà e costruirà in proprio i motori elettrici, gli inverter e i moduli delle batterie per i relativi modelli, mentre esternalizzerà i componenti non essenziali ai partner. «Il passaggio all'elettrificazione - le parole del presidente John Elkann, davanti ad analisti e giornalisti presenti e collegati da tutto il mondo - consentirà di realizzare auto ancora più uniche». Mentre la chiave del successo, ha aggiunto l'ad Benedetto Vigna, resterà quella del suo fondatore: «Offrire un'auto in meno rispetto a quelle che ci chiede il mercato».
Confermata la prima supercar elettrica nel 2025 («e sarà una Ferrari, in quanto l'elettrificazione è una tecnologia che permetterà di migliorare le nostre performance»), ma a Maranello non è previsto il ricorso alla guida autonoma di livello 4 e 5 (il pilota sta a guardare). «La connettività - ha spiegato Vigna - è più interessante per noi e la useremo per migliorare l'esperienza di guida e il rapporto con il cliente». E l'idrogeno, di cui nel settore automotive si parla molto? «Vogliamo sviluppare l'idrogeno, crediamo sia un elemento importante, ma non prevediamo lanci in questo decennio. Siamo in una fase di transizione, non vogliamo trascurare nessuna opzione», la precisazione dell'ad.
Il piano al 2026 del Cavallino rampante punta a raggiungere un fatturato netto fino a 6,7 miliardi, con un tasso di crescita annuo composto del 9%, trainato principalmente dalle attività legate alle auto, sostenute dal ricco portafoglio di modelli e dalle personalizzazioni. Ferrari si attende che anche gli altri ricavi, generati sia dal racing sia dal lifestyle, contribuiranno positivamente, insieme all'ambizione di raddoppiare le vendite lifestyle rispetto ai livelli pre-pandemia. L'ebit raggiungerà 1,8-2 miliardi, con un margine del 27%-30%. E per l'ebitda l'obiettivo è di 2,5-2,7 miliardi con un margine del 38%-40%, quindi un free cash flow industriale cumulato di 4,6-4,9 miliardi, il doppio rispetto al 2016-2021. Gli investimenti: 4,4 miliardi.
Ferrari ha poi deciso di proseguire con la proposta di incrementare il dividend pay-out a un 35% stabile dell'utile netto rettificato, oltre a iniziare un programma di riacquisto
di azioni proprie per 2 miliardi. La riflessione finale del presidente Elkann: «Getteremo le basi su cui costruire il continuo successo a lungo termine di Ferrari, il marchio di lusso più distintivo e innovativo al mondo».
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