Da vedere se alle dichiarazioni seguiranno anche i fatti, ma certo le rassicurazioni del ceo di Stellantis Antonio Filosa (foto) sono un buon auspicio per l'industria automotive nazionale. "Il nostro piano è il nostro impegno e non ci sono ridimensionamenti previsti", ha dichiarato il manager italiano alla trasmissione 5 minuti rispondendo alla domanda di Bruno Vespa se il gruppo adotterà la cassa integrazione. "Al contrario, il nostro piano assegna a ciascuno stabilimento in Italia una chiara missione produttiva, per tutte le fabbriche senza nessuna esclusione".
Questa rassicurazione ci voleva, anche perché nella giornata di ieri si è diffusa la notizia dello stop produttivo per lo stabilimento Stellantis di Cassino. A comunicarlo è stata la stesssa azienda che prevede la fermata degli impianti per l'intera settimana da lunedì 3 a venerdì 7 novembre per Montaggio, Lastratura e Verniciatura. In questi ultimi due reparti verrà comandato il personale necessario per il riavvio degli impianti.
Nonostante questo, comunque, Filosa nel corso dell'intervista ha rimarcato: "Noi stiamo investendo 2 miliardi di euro in un anno solo in Italia e stiamo acquistando 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori tutti italiani, la nostra parte la siamo chiaramente facendo, abbiamo bisogno dellaseconda parte. Abbiamo bisogno di un'urgente revisione delle regolamentazioni a Bruxelles".
Il riferimento, molto chiaro, sono alle norme del Green Deal, che impongono l'addio alla produzione di auto con motori endotermici entro il 2035. Per il capo di Stellantis, che ha una proficua partnership con il costruttore di Pechino Leapmotor, "i costruttori cinesi, per quanto agguerriti nella loro concorrenza, non sono il vero problema". Il male dell'industria automotive europea, che vive una crisi allarmante, secondo Filosa è da vedere nelle pretese normative dell'Unione europea che dovrebbero essere più pragmatiche e "stanno indebolendo quello che di meglio abbiamo, ovvero l'industria automobilistica europea ed italiana". A suo parere, "se cambiano quelle regolamentazioni, noi abbiamo di tutto per tornare quello che eravamo prima: design, tecnologia e progettualità".
Non a caso questo intervento arriva dopo che la premier italiana, Giorgia Meloni, ha incalzato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di attuare modifiche sostanziali al Green Deal e di mettere in pista sostegni per la filiera automotive europea.