Finanza sostenibile

La finanza sostenibile conquista anche le Pmi: il report di EY

EY nota che in Italia sono molte più le aziende che utilizzano la finanza sostenibile e i suoi prodotti di quelle che ne programmano strategicamente l'uso o l'inserimento nei piani di transizione. Segno che il mercato sta sempre più prendendo piede

La finanza sostenibile conquista anche le Pmi: il report di EY

La finanza sostenibile è entrata nel novero delle strategie "mainstream" per le piccole e medie imprese italiane. A confermarlo un corposo report di EY Italia intitolato Seize the Change - futuri sostenibili in cui si analizza il percorso di sviluppo delle imprese del nostro Paese verso un futuro di maggior attenzione alle ricadute sociali dell'attività d'impresa.

E se sul fronte delle dinamiche produttive EY conferma quanto scritto da Intesa Sanpaolo e Prometeia circa l'impatto che il manifatturiero e le industrie possono avere dalla transizione green e dalle nuove strategie, è il fronte delle fonti di finanziamento il tema più interessante del rapporto.

In sostanza, le imprese stanno sbarcando nel mondo dei prodotti Esg e degli investimenti "responsabili" anticipando anche i trend programmatici ed operativi. E sono molte di più le imprese che gestiscono tali prodotti rispetto a quelle che hanno strutturato strategie di ampio respiro per ottimizzare le fonti di finanziamento su prodotti che garantiscano alti standard sociali e ambientali. E, anzi, addirittura più di quante abbiano effettivamente messo in campo strategie per la sostenibilità.

Scrive EY che tra le 303 aziende analizzate "l'84% del campione delle aziende" contattate o studiare, "dichiara di aver implementato iniziative legate alla finanza sostenibile, registrando un incremento dell’8% rispetto al 2019". Se da un lato in particolare su 51 aziende del campione appartenenti al settore Insurance & Banking ben 43 hanno avviato iniziative legate alla finanza sostenibile, dall'altro va aggiunto che la penetrazione di questi prodotti è forte anche nei settori "Automotive & Transport, Energy & Utilities, Engineering & Construction, ICT & Hi-Tech, Industrial e Textile & Apparel".

Ad andare per la maggiore i Green Bond, i Social Impact Bond e le forme di credito bancario legate a obiettivi di sostenibilità. Questi dati vanno confrontati con il fatto che EY nota come "il 69% delle aziende intervistate abbia previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi e nel 44% dei casi (aumento del 6% rispetto al 2019 anno pre-pandemico) siano stati formalizzati target quantitativi, mentre appena il 35% delle aziende ha definito anche le relative tempistiche per il raggiungimento degli obiettivi". E dato che solo il 33% delle informative non finanziarie analizzate riportano iniziative legate alla finanza sostenibile, mentre una quota simile, il 35% delle aziende intervistate, dichiara di aver sviluppato strategie di investimento responsabile, è chiaro che in quest'ottica la finanza sostenibile stia sedimentandosi come una componente importante del mercato che le imprese dovranno mettere in sinergia col mercato per promuovere una forma di sviluppo più rispettosa dell'ambiente, maggiormente orientata ad alti standard qualitativi e tecnologici, più virtuosa nel suo rapporto con la finanza.

Per Riccardo Giovannini, Climate Change and Sustainability Leader di EY in Italia, "le Pmi si stanno evolvendo verso modelli di business sempre più focalizzati su temi di sostenibilità. Dal nostro studio si evince infatti che, nonostante la pandemia, il mutato contesto non ha provocato particolari impatti nella transizione verso modelli maggiormente sostenibili per oltre un terzo delle aziende e addirittura ha comportato un’accelerazione per le attività previste nei piani di sostenibilità per circa il 20% delle stesse".

In sostanza, sul fronte della finanza sostenibile questo si lega con il fatto che la necessità di rigore e trasparenza imposto dal settore, al netto del rischio di greenwashing, si sostanzia nelle Pmi nell'accesso a fondi vincolati a obiettivi "impattanti" e ben verificabili, che possono far scaturire un circolo virtuoso nell'impiego delle risorse e nella crescita dimensionale delle aziende, specie le più innovative operanti nel campo della doppia transizione, digitale ed ecologica.

Come scritto da Valeria Colombo, ESG Specialist presso Prometeia Advisor Sim e membro del consiglio del Forum per la Finanza Sostenibile, "il movimento della finanza sostenibile non ha risentito della crisi legata al Covid-19, al contrario l’emergere delle tematiche sociali in seguito alla pandemia ha aumentato la portata del dibattito sull’integrazione dei fattori Esg negli investimenti a tutti i livelli" e sulla "disponibilità di flussi informativi per gli investitori (score, reporting specifico) relativi agli aspetti Esg" che possono essere un ulteriore fattore di integrazione delle Pmi del mercato. La finanza sostenibile diventa un campo di gioco non più demandabile per le aziende, a prescindere dal loro reale impegno sul fronte della transizione.

Segno che anche in Italia sta arrivando il vento nuovo di un mercato in sempre maggior crescita.

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