Economia

Forniture e stop inattesi i nodi di Stellantis nel piano fabbriche 4.0

Melfi ritarda la ripartenza, mentre Tonale prepara Pomigliano a dire addio alla Cig

Forniture e stop inattesi i nodi di Stellantis nel piano fabbriche 4.0

Carlos Tavares, ad di Stellantis, sarà a Torino il 20 settembre per incontrare, con il presidente John Elkann, le autorità locali e regionali. Riunioni e successiva conferenza stampa serviranno a fare il punto sull'impegno del gruppo a Torino e, più in generale, in Italia. Lo scenario mondiale e soprattutto europeo è in continua evoluzione tra crisi energetica, inflazione che galoppa, carenza di microchip e materie prime, e produzioni di veicoli a rilento. Tutte variabili che, oltre a rendere più problematica la transizione green legata alla mobilità, creano incertezza e timori.

Ultimati gli investimenti in Italia (5 miliardi) annunciati da Fca prima che nascesse Stellantis, ora si è passati alla nuova fase: l'ammodernamento degli impianti in vista delle future produzioni per lo più in chiave elettrica. Interventi che hanno già dotato Pomigliano di una struttura 4.0, staccata dalla linea Fiat Panda, dove nascono il Suv Alfa Romeo Tonale e il «gemello» Dodge Hornet, destinato al mercato americano. Per la fabbrica campana, una volta varato il secondo turno per Tonale (da ottobre?), potrà dirsi conclusa la stagione della cassa integrazione.

A Melfi, invece, problemi emersi nei lavori di rinnovamento, sono all'origine dell'inatteso spostamento, archiviate le ferie, della partenza produttiva a dopo l'8 settembre. Qui, insieme alla Fiat 500X, nascono le Jeep Renegade e Compass. «Ad aumentare le nostre preoccupazioni è che, a oggi, non è chiara la programmazione dei lavori e, quindi, quando avverrà e in quale modo la reale ripartenza della produzione. Inoltre, non è noto al momento l'impatto che le modifiche avranno in termini di addetti alla lastratura», affermano dalla Fiom Cgil.

Altro stop delle linee, dal 31 agosto al 3 settembre scorsi, a Sevel (Atessa), questa volta a causa della mancanza di fornitura di motori per i furgoni Citroën e Peugeot, prodotti con Fiat Ducato. A creare malumore, in questo caso, sono «le revisioni al ribasso del numero di furgoni da produrre in Val di Sangro», come rileva sempre la Fiom.

C'è poi Cassino, stabilimento rinvigorito dalla presenza di Maserati Grecale. Il Suv luxury del Tridente viene prodotto, per ora con un turno di lavoro, in 180 unità giornaliere. Grecale affianca le due Alfa Romeo Stelvio e Giulia. A Mirafiori, invece, il traino si chiama Fiat 500 elettrica, mentre è iniziata la produzione pre-serie delle nuove Maserati GranTurismo e GranCabrio.

Da Torino continuano a uscire anche le altre Maserati: Levante, Ghibli e Quattroporte. Avanti con le nuove sportive MC20 (coupé e Cielo), ancora del Tridente, nella storica fabbrica di Modena, pure da poco rinnovata in toto.

«Il pensiero prioritario resta sempre il tema delle forniture e di quando la situazione si normalizzerà: gli impianti, infatti, sono a pieno carico.

Questo problema, nella prima parte del 2022, è stato la causa principale della cassa integrazione nei siti di Stellantis», ricorda Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl.

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