Gigafactory di Stellantis a Termoli: si parte. A regime, entro il 2030, gli occupati saranno 2mila, mentre, fino a quella data e per tutta la fase transitoria, sono previsti corsi di formazione e ammortizzatori sociali. Già accertato, in proposito, un picco di esuberi momentanei nel 2025. Tempi e dettagli della nuova fabbrica di batterie in provincia di Campobasso, che sostituirà gradualmente quella attuale che produce motori e cambi, sono stati illustrati da Stellantis ai sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr. Quella in Molise sarà la terza gigafactory di Stellantis in Europa (le altre sorgeranno in Francia e Germania) per un investimento totale di 7 miliardi. Siti analoghi sorgeranno anche negli Usa e in Canada. Il polo europeo sarà comunque realizzato tramite la joint venture Acc di cui fanno parte anche Mercedes-Benz e TotalEnergies.
La gigafactory italiana, che avrà una capacità industriale di 40 gigawatt/ora, potrà iniziare la sua attività nel 2026. Il calo e poi la cessazione dell'attuale produzione nello stabilimento inizierà nel 2024: per il motore «Fire» lo stop è previsto nel 2026, mentre quelli premium resteranno in linea ancora per un po'. Da gennaio 2025, come detto, via ai primi riassorbimenti, con una fase formativa che prevede anche una disponibilità a lavorare per massimo 6 mesi a Douvrin (Francia). Allo studio c'è anche la creazione di un centro di ricerca e sviluppo con l'Università del Molise.
In una nota i sindacati affermano che «di positivo c'è che il piano porta alla piena rioccupazione». Ma per il futuro incontro chiedono il coinvolgimento dei ministeri competenti, delle istituzioni territoriali e di Acc per definire anche «un congruo trattamento di trasferta per l'eventuale periodo in Francia».
Intanto, gli interventi del Pnrr per realizzare la filiera delle batterie e le opportunità dei contratti di sviluppo al fine di incentivare gli investimenti industriali sul territorio nazionale, sono stati da poco presentati dal Mise a oltre 70 imprese, comprese quelle del settore automotive. L'iniziativa, promossa insieme a Enea, vuole supportare la transizione ecologica del sistema produttivo italiano. Per la misura sono disponibili 500 milioni, stanziati dal Pnrr, che ha già finanziato la Gigafactory molisana.
Infine, si preannuncia infuocato il Consiglio Ambiente Ue, in programma oggi, dove sarà anche affrontata la proposta italiana (portabandiera il ministro Roberto Cingolani), in cordata con Portogallo, Romania, Slovacchia e Bulgaria, di far slittare dal 2035 al 2040 lo stop alla produzione di motori tradizionali per dare
spazio solo al «tutto elettrico». Linea condivisa pure da Berlino. Dopo Trasporti & Ambiente, anche Greenpeace Italia «non ritiene accettabile la proposta» e chiede addirittura «di vietare le vendite ben prima del 2035».
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