Paolo StefanatoÈ in corso un duro scontro in Germania tra Etihad e le locali autorità dei trasporti. Queste ultime hanno deciso che non saranno rinnovati 29 accordi di code sharing sui 63 che la compagnia del Golfo opera insieme alla sua partecipata al 29,2%, Air Berlin, ritenendoli non in linea con i trattati bilaterali Germania-Emirati, risalenti al 1994. La scadenza dei voli operati insieme dalle due compagnie è fissata al 15 gennaio, ed Etihad ha opposto appello. James Hogan, il numero uno di Etihad, è stato esplicito nell'accusare Lufthansa, l'ex compagnia di bandiera tedesca, di «sforzi di lobbing e di tattiche protezionistiche». La vicenda ha vari rivolti d'interesse. Innanzitutto perchè la partecipazione di Etihad in Air Berlin assomiglia molto a quella (49%) in Alitalia, e il modello operativo è lo stesso: raccogliere clientela sul mercato tedesco per soddisfarla sulla propria rete internazionale, che s'impernia sull'hub di Abu Dhabi. Ci si chiede quindi se qualche gesto d'intralcio potrebbe emergere anche in Italia. Ma la risposta è semplice: Alitalia è la prima compagnia italiana e l'ingresso di Etihad è stato favorito dal governo; Air Berlin è la seconda compagnia tedesca, e quindi concorrente dell'ex monopolista, controllato da soci istituzionali nazionali. Impensabile che il governo italiano possa contraddirsi, sfavorendo quello che è stato proprio un suo disegno.Lufthansa, prima in Germania, seconda in Europa e alle prese con svariati problemi interni, da tempo sta cercando di opporsi alle compagnie del Golfo, accusate di essere finanziate dagli Stati d'origine. In passato aveva anche sottoscritto un ricorso all'Ue (senza esito) contro l'ingresso di Etihad in Alitalia. Oggi il tentativo è di impedire che la concorrente Air Berlin possa beneficiare dell'alleanza con gli arabi, andando a erodere quote di mercato. Se si tratta di azioni protezionistiche, va detto che potrebbero essere gli ultimi colpi di coda di un sistema fortemente regolamentato: nelle ultime settimane hanno cominciato a diffondersi notizie su una prossima caduta del divieto alle compagnie extraeuropee di possedere la maggioranza di vettori europei. Sarà un processo lungo, ma se verrà percorso, alla fine cambierà tutta la fisionomia del trasporto aereo continentale.
Quanto agli accordi di code sharing, essi permettono a più compagnie di mettere insieme aerei e servizi, dando al passeggero la possibilità di avere un unico biglietto quanti siano gli scali per arrivare a destinazione: significa dare continuità al volo e non spezzarlo ritirando i bagagli qua e là. Impedire tali accordi danneggia l'offerta perché il passeggero preferisce la compagnia che dà il servizio più semplice, più riconoscibile e più efficiente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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