Politica economica

Italia in lizza per i fondi Asap con tre fabbriche della Difesa

A Baiano, Capua e Fontana Liri le tre unità produttive che puntano al miliardo di euro di stanziamento Ue

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L'Italia è in prima linea tra i Paesi Ue per aggiudicarsi i fondi del piano ASAP (Act to Support Ammunition Production): una legge a sostegno della produzione di munizioni per l'Ucraina che prevede uno stanziamento europeo di 500 milioni di euro estendibile fino a un miliardo. Un progetto che, in generale, mira a rafforzare la reattività e la capacità dell'industria della difesa dell'Unione europea, garantendo la tempestiva fornitura di munizioni e missili in Europa. Insomma, un tassello di quella industria unica europea della Difesa di cui si discute da tempo.

Dopo la visita del Commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton, nei giorni scorsi, una delegazione della Ue è tornata in Italia e ha visitato le unità produttive dell'Agenzia Industrie Difesa (Aid, ente pubblico vigilato dal ministero). Tre siti (opifici) che sono in pole position per la produzione di munizioni, e quindi per i fondi del progetto ASAP: lo Stabilimento Militare Munizionamento Terrestre di Baiano (Spoleto) che produce proiettili di grosso calibro e granate; lo Stabilimento Militare Pirotecnico di Capua che produce proiettili di piccolo calibro e lo Stabilimento Militare Propellenti di Fontana Liri (Frosinone) che produce nitro cellulosa e polveri esplosive ed è già oggetto di un importante piano di rilancio.

«Tre eccellenze dell'industria bellica pubblica italiana per le quali la delegazione ha mostrato molto interesse», spiega una fonte sottolineando che «l'Italia è ben posizionata rispetto agli altri Paesi europei perché i siti sono già operativi ma sottoproducono, e quindi, basterebbe aumentarne l'operatività». La scelta sarà comunque fatta a stretto giro, entro luglio, quando sarà definito il legal act del progetto ASAP. Un'eventuale vittoria italiana permetterebbe di aumentare il business di questi siti già nei prossimi mesi a cavallo tra 2023 e 2024.

«Resta da capire - spiega la fonte - se la selezione riguarderà solo il pubblico o se potrebbe includere anche realtà private. In questo caso, la competizione europea salirà nettamente, ma non è detto che l'Italia, non possa dire la sua anche così». In questo caso, sul fronte italiano, la Oto Melara di Leonardo, guidata dal neo ad Roberto Cingolani, potrebbe entrare in partita, ma sicuramente francesi e tedeschi non staranno a guardare. In generale, il progetto è urgente (12 mesi) perché la situazione in Ucraina ha aumentato il fabbisogno specifico di munizioni e missili.

Queste pressanti esigenze sono state riconosciute dal Consiglio Ue che, il 20 marzo scorso, ha invitato gli Stati membri a trasferire immediatamente le munizioni dalle loro scorte all'Ucraina. Poi, al fine di ricostituirle, servirà acquisire milioni di pezzi. Ma l'industria Ue deve produrre di più e più rapidamente. Da qui l'idea di aumentare la produzione nei siti che vanno a basso regime come quelli italiani.

Il target non è stato ancora fissato ma si parla di un miliardo di proiettili.

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