Corre il titolo Cnh Industrial, della galassia Exor di casa Agnelli-Elkann, dopo le indiscrezioni relative allo scorporo di Iveco, decisione che dovrebbe essere annunciata il 3 settembre al «Capital Markets Day» del gruppo in programma a Wall Street. Le azioni sono salite del 5%, a 9,35 euro, dopo aver raggiunto un massimo, ieri, di 9,45 euro. L'opzione spin-off della società che produce camion, furgoni e bus, con la conseguente quotazione, piace al mercato. «È un'ipotesi realistica che rappresenta una notizia positiva, parzialmente scontata», commenta Banca Akros, mentre Websim valuta lo scorporo del business dei camion «un fattore positivo per il titolo, che tratta con uno sconto del 20-30% rispetto ai competitor del mercato agricolo».
Quella di Iveco, comunque, potrebbe non essere l'unica novità a uscire dalla presentazione del piano al 2024 da parte dell'ad di Cnh Ind, Hubertus Mühlhäuser. Il gruppo produce anche macchine agricole (si conosceranno le strategie di differenziazione delle gamme dei marchi Case IH e New Holland), movimento terra e motori.
Per Iveco, intanto, si parla di joint venture all'orizzonte, in particolare per i mezzi pesanti. E c'è chi azzarda, come candidato ideale, Daf, produttore europeo controllato dall'americana Paccar. Ecco allora aprirsi, per Iveco, il mercato Usa, mentre gli italiani porterebbero in dote a Daf la tecnologia dei motori a gas. Un accordo del genere, inoltre, servirebbe a ridurre i costi industriali, sempre più elevati, in Iveco.
Una volta
ristrutturata la società, da metà gennaio affidata a Gerrit Marx, potrebbe farsi strada una possibile cessione. Il tormentone dei mesi scorsi vedeva Geely (Cina) e Tata (India) tra i possibili interessati, ma non se ne parla più.
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